
Le primarie sono utili solo se si combattono i privilegi ereditari

04 Maggio 2011
di Paolo
Concordo con Mambrino e vorrei estendere l’analisi ad alcuni aspetti che, secondo me, completano il quadro e lo rendono facilmente comprensibile:
1) Chi fa politica gode di privilegi indiscussi e sostanziosi che fanno gola a molti.
2) Si tratta di privilegi che attirano in particolare le persone meno capaci di badare a se stesse nel modo moderno che richiede molto in fatica, competenza, sacrificio, spesso sofferenza e restituisce poca o niente in termini di sicurezza.
3) Chi possiede questi privilegi è ovvio che non li voglia perdere e molti desiderano acquisirli.
Il circuito perverso che ne è nato farà sempre tutto il possibile per alimentare se stesso e moltiplicarsi ripetendo ancora una volta un processo che ha portato all’autodistruzione tutte le civiltà che si succedono da qualche migliaia di anni. Un possibile, anche se parziale, rimedio sarebbe rendere l’accesso alla politica (ed all’amministrazione della cosa pubblica) più "difficile ed insicuro" per esempio con : – requisiti minimi per l’accesso alle cariche elettive (si può, devono essere relativi alla capacità e competenze e non alla persona o al censo) – mandato limitato e non ripetibile e qualche forma di equiparazione tra carica elettiva ed amministrativa ad alto livello in strutture pubbliche o di proprietà pubblica. – numero limitato degli eletti, quelli necessari ma non di più, a tutti i livelli eliminando, riducendo ed accorpando.
Il discorso è lungo e complesso, ma questi sono i fondamentali. I privilegi, in un periodo particolarmente difficile, si possono anche accettare con la certezza però che non siano per sempre e non siano trasferibili per diritto ereditario come spesso, di fatto, accade. L’integrazione di tutto ciò con una selezione dei politici chiara e democratica, come le primarie, favorirebbe la ristrutturazione di una politica che, al momento, non convince per come è stata definita ed applicata in spregio alla volontà popolare. Da dove si parte? Dalla proposta di Antonio Mambrino per esempio.