Le prossime europee? Tra dieci anni e il 15 agosto!

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Le prossime europee? Tra dieci anni e il 15 agosto!

08 Giugno 2009

Diciamocelo chiaramente: da queste elezioni europee il paese è uscito con le ossa fracassate. Con una campagna elettorale che ha inchiodato un’intera nazione di fronte all’ultima puntata della soap opera girata tra Casoria e Villa Certosa e ha colpevolmente distrutto l’immagine del paese all’estero che cosa abbiamo il giorno dopo?

Il governo si è salvato per il rotto della cuffia da un rovescio elettorale, ma sarà costretto ancora più fortemente dai condizionamenti di una Lega rampante; il Pd ha subito un vistoso tracollo ed ora è costretto a farsi fare la lezione da un Di Pietro sempre più minaccioso; nella maggioranza c’è il rischio di una lunga e infruttuosa resa dei conti; i piccoli partiti che speravano almeno in una piccola tribuna europea sono stati nuovamente spazzati via. Insomma un inutile disastro. A noi non rimane che fare qualche bilancio e lanciare una proposta.

I bilanci sono tutti politici e riguardano il nuovo parlamento europeo. Gli italiani hanno scelto l’Ue che vorrebbero. La vittoria di astensionismo, Lega e Idv dimostrano che l’Europa o non è ma se proprio deve essere che non sia quello che è stata finora. Ad una parte consistente degli italiani dell’Unione europea, i vincoli che ci impone, le continue reprimende che infligge e lo status politico (ed economico) che ci fa guadagnare non gliene frega assolutamente niente. E a quelli a cui frega qualcosa, è chiaro che così com’è non gli va giù. E ci viene da dire: per fortuna.

Quelli a cui interessa, invece, la vorrebbero più sicura e un po’ meno accogliente, magari più giustizialista e meno lassista, più attenta a chi entra e chi esce (Turchia compresa) e perché no anche un po’ più cristiana di quanto sia stata finora. In una parola, più politica. Ciò che dell’Europa è davvero andato sconfitto, infatti, è quel politically correct che in questi anni non solo non ha permesso a questo organismo politico di funzionare ma ha rilasciato una immagine della società che la compone completamente distorta e con esso la sinistra che un po’ ovunque ne è stata l’incarnazione. Ciò non significa essere xenofobi o intolleranti, significa probabilmente solo difendere un po’ di più di quanto si sia fatto finora la propria identità

La provocazione finale allora è questa :vogliamo davvero sottoporci a tutto questo ogni 5 anni? Ogni volta rimettere in gioco la politica nazionale, gli equilibri di governo, i nervi degli elettori, per mandare una settantina di eurodeputati a Strasburgo? Non sarebbe meglio limitare i danni e votare, che so, ogni dieci anni. E magari il 15 agosto. Insomma farne un appuntamento per veri aficionados e lasciare in pace tutti quanti gli altri?