Le provinciali di Campobasso saranno cruciali per gli equilibri del Molise

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Le provinciali di Campobasso saranno cruciali per gli equilibri del Molise

30 Marzo 2011

Con l’avvicinarsi della scadenza elettorale nel Molise, i riflettori sono tutti puntati sulla provincia di Campobasso. Il 15 e 16 maggio si voterà anche in 31 comuni, ma la sfida è concentrata sull’unico ente importante governato, da oltre quindici anni, dal centrosinistra. Il risultato elettorale della provincia di Campobasso si ripercuoterà inevitabilmente sulle elezioni regionali previste per il prossimo mese di novembre. Nessuno vuole perdere, tanto che in questa fase pre-elettorale non mancano colpi bassi, "inciuci" e cambi di casacca.

Il centrosinistra, al momento, si presenta all’appuntamento elettorale spaccato in tre tronconi: Partito democratico, Socialisti e Sinistra Ecologia e Libertà hanno deciso di confluire sulla candidata indipendente Micaela Fanelli. L’Italia dei valori sosterrà, invece, il suo coordinatore regionale Pierpaolo Nagni. Il terzo gruppo è composto dai cosiddetti autoconvocati, che rappresentano le minoranze di tutti i partiti della coalizione, i senza-tessera e la Federazione della sinistra (Pdci e Rifondazione). Questi avevano insistentemente chiesto di scegliere il candidato presidente alla provincia di Campobasso attraverso le primarie e il Pd, per cercare di ricompattare l’alleanza, le aveva addirittura convocate per il prossimo 3 aprile. Il solo annuncio, però, aveva prodotto l’effetto di spaccare il tavolo delle trattative subito abbandonato dai dipietristi, nettamente contrari alle primarie.

Contemporaneamente, l’Idv aveva immediatamente indicato il suo candidato. A seguire è arrivata la decisione del Pd, dei socialisti e di Sel di sostenere la Fanelli, che solo due giorni prima aveva presentato la sua candidatura in contrapposizione alle segreterie dei partiti. Ovviamente, nonostante i tanti annunci, di elezioni primarie non se n’è più parlato e questa circostanza ha scatenato l’ira degli autoconvocati che pure, in un primo momento, avevano visto di buon occhio la discesa in campo di Micaela Fanelli. Nel frattempo, il leader dell’Italia dei Valori Antonio Di Pietro ha cominciato il suo pressing su Pierluigi Bersani chiedendogli di poter schierare il simbolo del Pd a sostegno del suo candidato alla provincia e minacciando, in caso contrario, la rottura dell’alleanza in tutta Italia.

La partita è ancora aperta e, forse, l’esito finale si conoscerà solo a ridosso della data di scadenza per la presentazione delle liste. Gli autoconvocati, dal canto loro, sceglieranno il candidato presidente nel corso di un’assemblea pubblica che si terrà a Campobasso nei prossimi giorni. Nella rosa dei papabili ci sono il senatore Giuseppe Astore, ex Idv , Gigino D’Angelo, assessore uscente della provincia ed esponente del Pd e l’ex sindaco di Termoli Vincenzo Greco, mandato a casa dalla sua stessa maggioranza con largo anticipo rispetto alla scadenza del mandato.

In definitiva saranno almeno tre i candidati alla presidenza della provincia di Campobasso per conto del centrosinistra: Micaela Fanelli, Pierpaolo Nagni (Idv) e il rappresentante che sarà scelto dagli autoconvocati. Resta da capire cosa farà il presidente uscente Nicola D’Ascanio, che nei giorni scorsi ha dichiarato:”Non mi interessa la candidatura perché l’atteggiamento di questo centrosinistra è vergognoso”.

Anche il Terzo Polo appare in evidente difficoltà a causa della posizione assunta dall’Udc, che ha deciso di mantenere, nel Molise, l’alleanza col centrodestra. Futuro e Libertà, invece, non ha i numeri per tentare la corsa solitaria e, quindi, potrebbe allearsi con il Pdl, mentre Alleanza per l’Italia si schiererà, probabilmente, col Pd. Dunque il Polo della Nazione, da queste parti, si è frantumato prima ancora di nascere.

Totalmente diversa la situazione nel centrodestra, che si presenta con un unico candidato scelto dal Pdl e condiviso dalla coalizione. Si tratta del consigliere regionale Rosario de Matteis, ex assessore al turismo. Michele Iorio, presidente della Regione e leader indiscusso della coalizione è riuscito, finora, a schierare alle spalle del candidato presidente ben undici liste: Pdl, Dc, Adc, Udc, Liberaldemocratici, Democrazia popolare, Forza del Sud, Progetto Molise, Molise civile, Bella Italia e la lista del candidato presidente. Mancano all’appello, per il momento, solo i popolari Udeur e Futuro e Libertà per l’Italia. E’ questione di ore ma Rosario de Matteis, viste anche le divisioni presenti all’interno del centrosinistra, sembra avere tutte le carte in regola per intascare una vittoria. La campagna elettorale sarà ancora lunga, ma ciò che è certo è che a Campobasso si gioca una partita cruciale per la definizione degli assetti molisani, anche e soprattutto in vista delle prossime regionali.