
“Le regole del gioco non si cambiano a gioco compiuto”

19 Agosto 2011
di Mario Ajello
La sovrattassa di regolarizzazione sui capitali costituiti all’estero, e regolarizzati attraverso lo scudo fiscale varato nell’ottobre del 2009 dal governo Berlusconi, è sembrata farsi largo per un po’ nel frullatore delle proposte correttive alla manovra, ma rapidamente sta perdendo punti. Agli occhi di Gaetano Quagliariello, vicepresidente dei senatori del Pdl, si tratta di una misura assolutamente impropria e tutt’altro che auspicabile. La considera impraticabile, per una serie di ragioni di diverso ordine.
Professor Quagliariello, perchè tassare gli scudati è un’idea che non le piace?
«Innanzitutto per il carattere retroattivo che avrebbe questo eventuale intervento. La retroattività è inconcepibile».
In questo caso o sempre?
«Soprattutto quando fai un provvedimento di questo tipo. Nel quale fissi delle regole. La regola che è stata stabilita nel 2009, per far rientrare dall’estero quei capitali che poi sono rientrati, fu che si pagava un’aliquota di sanatoria del 5 per cento».
Non era troppo bassa?
«Bassa o alta, quella fu. Se la si voleva più elevata, la si doveva mettere più elevata: ma bisognava farlo allora, non adesso».
Altri Paesi stabilirono provvedimenti analoghi ma con aliquote di sanatoria ben più elevate. Avevano ragione loro?
«Dobbiamo pensare a noi e a questo momento. Alzare la cifra non si può e non si deve fare, per due ordini di problemi. Uno di tipo tecnico e uno, diciamo così, di tipo morale, che si riferisce allo Stato».
La questione tecnica?
«Quella che ho detto. Non si può fare una cosa retroattiva. Poi c’è il problema morale, che è questo. Lo Stato, se vuole preservare la fiducia dei cittadini, non può stabilire regole e poi infrangerle a gioco già compiuto».
La sovrattassa sugli scudati non si farà?
«Non credo proprio».
Pierluigi Bersani però, ancora ieri, ha insistito su questa proposta partita proprio dal Pd.
«Lo fanno per fare ammuina. Perché la cosa è stravagante».
Ci sarà comunque uno scudo fiscale bis?
«Vedremo quando cominceranno i lavori parlamentari. In quella sede tutte le proposte sensate, che a saldi finali invariati potranno migliorare la manovra, verranno prese in considerazione. Da qualsiasi parte arrivino. Ma a tempo debito: ora è inutile fare il toto-correzioni».
(Tratto da Il Messaggero)