Le spiegazioni di Fini in Tv dopo la direzione di giovedì

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Le spiegazioni di Fini in Tv dopo la direzione di giovedì

26 Aprile 2010

Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, è intervenuto ieri a “in Mezzora”, la trasmissione di Lucia Annunziata su Rai3, per dire la sua a pochi giorni dal duro scontro con il premier, Silvio Berlusconi, nella Direzione del Pdl svoltasi giovedì.

Lealtà al partito. Al Pdl Fini ha assicurato lealtà, ribadendo che non ha alcuna intenzione di fondare nuovi partiti. Ma non ha mostrato pentimento per il dito alzato alla volta del premier che, davanti alla platea del Pdl, ha stabilito la frattura aperta in seno al partito. Nonostante tutto, però, “penso, insieme ad altri amici, di rappresentare all’interno del Pdl una certa sensibilità di destra- ha dichiarato Fini -. Una destra moderna, che cerca di ascoltare le ragioni dell’altro e non lo insulta; che cerca di parlare e non di sentenziare; che non ha la bava alla bocca e che non vede sempre e comunque il nemico, ma cerca di dialogare con l’avversario”.

Le riforme. E se da un lato assicura l’intenzione sua e dei suoi a fare la propria parte affinchè il programma di governo sia rispettato, riforme comprese per le quali ci sono 3 anni di legislatura (purchè tuttavia – avverte – quella del federalismo fiscale non avvenga a “tutti i costi” senza pensare alla coesione nazionale) Fini puntualizza che “la lealtà non è acquiescenza nei confronti di eventuali decisioni, che sono rispettate soltanto se sono discusse e se sono motivate”.

Elezioni anticipate. L’ex leader di An si è mostrato fermo anche nel respingere l’ipotesi di elezioni anticipate ribadendo che ”il semplice fatto di parlarne è da irresponsabili. Berlusconi non è irresponsabile”. Fini, ospite si è poi detto certo che “le elezioni in questo momento sono il fallimento dell’attuale maggioranza, l’archiviazione per un certo periodo di tempo del federalismo fiscale, ma soprattutto sono il modo migliore per esporre l’Italia ad un rischio enorme”.

Dimissioni. Il premier ha dichiarato che un presidente della Camera deve rimanere super partes, invitandolo esplicitamente a lasciare lo scranno più alto di Montecitorio se vuole avere libertà di critica nel Pdl. “Io non mi dimetto. Sono e sarò invece pronto a discutere di dimissioni nel caso in cui venissi meno ai miei doveri di rispettare e di far rispettare le regole”.

Il futuro. Per il presidente della Camera “una fase è finita, ed ora ne inizia un’altra. Un partito a forte leadership non può cancellare il dissenso, le opinioni diverse. Ma Berlusconi queste cose le sa benissimo”. Il rischio di epurazioni all’interno del Pdl “è stato messo in conto” ma si tratterebbe di una mossa “poco liberale”, in ogni caso “dipenderà da Berlusconi”. “Chi oggi mi sostiene – ha detto ancora Fini – non lo fa certo per interesse. Non credo che la maggioranza ampia del Pdl reputi oggi intelligente fare la lista degli epurandi perchè c’è poco di liberale”.

Magistratura. “I magistrati non sono un cancro” ha detto Fini, spiegando poi che questo non toglie che “in alcuni settori siano politicizzati”. La magistratura è comunque “un baluardo della legalità”. Per Fini “la destra nel Pdl deve fare sentire la sua voce su alcune questioni importanti come la legalità e il rapporto Nord e Sud”.

 

Le reazioni. Non si sono fatte attendere le reazioni. Il ministro per la Semplificazione, il leghista Roberto Calderoli, in una intervista a Repubblica ha detto che “discutiamo dei problemi, verifichiamo in aula se c’è un solo Pdl o due. Noi vogliamo un solo interlocutore, questo deve essere chiaro”. Il ministro chiede compattezza agli alleati e avverte: “Se i numeri dicono che il governo ha la forza la forza per avviare il grande cambiamento, si va avanti. Se non ci sono, si decide di conseguenza. Obtorto collo, si va al voto”. Riferendosi alle dichiarazioni di Fini sul voto anticipato: “irresponsabile non è chi parla di elezioni ma chi rischia di provocarle”. Un’ accusa a Fini? “Magari lui no”, replica il ministro leghista, “piuttosto qualcuno che bada più alle proprie frustrazioni per incarichi mancati che alla sostanza politica”. Il vice presidente dei deputati del Pdl, Osvaldo Napoli chiede invece “al presidente della Camera di interrogarsi serenamente e altrettanto serenamente rispondersi se sia nell’interesse del partito un presidente della Camera ogni due per tre sul campo di battaglia politica”. “Credo alla sincerità di Gianfranco Fini quando afferma che si sente del Pdl. E credo ai suoi parlamentari quando fanno professione di lealtà al governo”, dice Napoli che però sottolinea la differenza del modello americano. “La speaker del Congresso – afferma – è al servizio della maggioranza. In Italia è un’altra la tradizione”. L’intervista del presidente della Camera ha provocato anche la reazione del coordinatore del Pdl, Sandro Bondi, che ha definito “irresponsabile” chi parla di elezioni anticipate “è apparsa una marcia indetro a tutto campo” mentre “fin dal primo giorno dopo le elezioni avremmo potuto discutere di riforme. Si è perso tempo e si è danneggiata l’immagine del Pdl. Speriamo si torni presto in carreggiata”.