Le stravaganti priorità giornalistiche de Il Fatto Quotidiano
13 Settembre 2012
di redazione
Dodici settembre duemiladodici: una giornata per certi versi storica. Da un lato, l’attacco agli Stati Uniti d’America a Bengasi, in Libia, con l’assalto al consolato americano e l’uccisione dell’ambasciatore Usa in Libia, Chris Stevens, e di altri tre cittadini statunitensi. Un episodio gravissimo teso più che mai a dimostrare quanto le cosiddette primavere arabe “sbocciate” un anno or sono si stiano rivelando alla stregua di una vera e propria chimera; un’illusione momentanea, scacciata via, dopo poco tempo, da un processo politico di ben altra natura, a fosche tinte islamiche ed islamiste. Processo in piena evoluzione anche in altri paesi, peraltro, a seguito degli scontri della notte tra mercoledì e giovedì a Il Cairo e a Sanaa, in Yemen. Venti di guerra, quindi, con il Pentagono già intento ad inviare in Libia navi, marines e droni (gli ormai celeberrimi aerei senza pilota, ndr).
Dall’altro lato, invece, una novella di tutt’altra natura; probabilmente positiva, nonostante le condizionalità. Ovvero, l’ok dall’Alta Corte tedesca al Fondo salva stati (l’ESM). Un via libera, però, sottoposto ad alcuni paletti di carattere politico: la partecipazione tedesca, tra quota di capitale e garanzia, non potrà superare i 190 miliardi; inoltre, su ogni negoziato che coinvolga l’ESM, i due rami del Parlamento dovranno essere costantemente informati.
Principali quotidiani italiani e stranieri, evidentemente, atti ad aprire sull’una o sull’altra vicenda. V’è, però, un giornale nostrano teso a porre la sua massima attenzione, quest’oggi, su ben altro. E’ Il Fatto Quotidiano. Titolo(ne) di prima: “Sorpresa, il primo partito è Grillo più Di Pietro”. Ovvero, “Cinque Stelle al 18%, Idv al 7.5%. Gli ultimi sondaggi confermano: col porcellum lo schieramento dei non allineati potrebbe vincere le elezioni”. Di fronte a due spartiacque del genere (i fatti di Bengasi e la sentenza Corte tedesca su ESM, ndr), a due avvenimenti dirimenti per gli equilibri mondiali ed europei, il Fatto – come suo solito – guarda al proprio ombelico, a meri interessi di bottega.
Ora, fermo restando un dato, e cioè che le rilevazioni sondaggistiche circa un cartello populista Idv più M5S al 25% andranno dimostrate al momento delle elezioni, di fronte a priorità giornalistiche siffatte non si può che prendere atto di un dato: per quelli de Il Fatto contano (giornalisticamente parlando) solo Grillo e Di Pietro.
di Eugenio Del Vecchio