Le ultime dal circo stanco e sinistro dei “non-allineati” a Teheran
31 Agosto 2012
di Andrea Doria
L’incipit non è dei più rassicuranti. La Conferenza dei paesi "non-allineati" (NAM, Non-Aligned Movement), bislacca nozione diplomatica che si trascina ancora in vita dalla fine della Guerra fredda, si è aperta oggi, e si protrarrà fino a domani, con l’allocuzione del sinistro Supremo leader della rivoluzione iraniana, l’ayatollah Ali Khamenei.
"Nel recente passato siamo stati testimoni del fallimento delle politiche dell’era della Guerra Fredda e dell’unilateralismo che ne e’ seguito. Imparata la lezione da questa esperienza storica, il mondo e’ ora in una fase di transizione verso un nuovo ordine internazionale e il movimento dei Non Allineati puo’ e deve giocare un ruolo”.
Questa parte della sinistra previsione offerta a Teheran, ove ha luogo la conferenza, dalla Guida suprema iraniana. Secondo Khamenei "il nuovo ordine mondiale deve basarsi sulla ”partecipazione di tutte le Nazioni e su uguali diritti tra queste”. Lasciando da parte gli sproloqui del vertice iraniano (c’è solo da augurarsi che le profezia dell’ayatollah non si palesi), Teheran sta tentando di usare i ‘non-allineati’ per mostrarsi meno isolata a livello internazionale.
Una Conferenza che intende rilanciare l’azione internazionale di dittature e piccole e grandi nazioni in cerca di protagonismo globale. In rappresentanza delle Nazioni Unite, si è mosso niente meno che il Segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon (tanto che dalle colonne de l’Occidentale ci siamo chiesti che cosa ci stia a fare una figura di spicco come lui in mezzo a una platea dai tratti spesso sinistri).
E poi molti capi di stato, di governo e alti rappresentanti. Si va dal presidente dell’Egitto Mohammed Morsi, figura di spicco della controversa Fratellanza musulmana, che è arrivato a Teheran direttamente dalla Cina, dove si trovava fino a qualche ora fa per la sua prima visita ufficiale nel Regno di Mezzo. Nei giorni scorsi proprio Morsi, ha neanche troppo velatamente criticato Bashar Assad esprimendo solidarietà nei confronti del popolo siriano. Un sortita che aveva sollevato le critiche della rappresentanza siriana al summit del Movimento, che ha prontamente abbandonato l’aula dei lavori.
E poi il presidente della Bolivia, Evo Morales, intimo amico del dittatore venezueliano Hugo Chavez. E poi il premier indiano Manmohan Singh, il presidente dell’assemblea nordcoreana, Kim Yong-nam, gli emiri del Kuwait e del Qatar, il presidente pakistano Asif Alì Zardari e quello afghano Hamid Karzai.
Non mancherà nemmeno il "macellaio" del Sudan del Nord, Omar-al Bashir, sul cui capo pende un mandato d’arresto spiccato dal Tribunale Penale Internazionale per crimini di guerra e contro l’umanità nella crisi del Darfour, e il presidente dello Zimbabwe Robert Mugabe, anche lui dittatore efferato nel governo del suo Paese.
Insomma, quello dei non allineati è un gruppo quanto mai raccapricciante, in cui spicca il ruolo dell’Iran, che crede attraverso il summit di poter far valere le proprie infauste ragioni, soprattutto di fronte all’attivismo del governo turco di Ankara, che reclama un intervento deciso per la rimozione di Bashar al-Assad dalla Siria.
Un’operazione diplomatico-mediatica quella irianana molto complicata dalla crisi siriana. Come noto, l’Iran sta aiutando politicamente e militarmente il vertice siriano degli Assad nella dura repressione contro le forze di opposizione, un fatto che pregudica ancora di più le rigide relazioni diplomatiche che Teheran intrattiene con il mondo arabo (come noto da anni è in corso una guerra segreta tra l’Arabia Saudita e l’Iran per l’influenza sulla regione mediorientale).
Sulla crisi siriana, il movimento dei non-allineati ha espresso un documento di 161 pagine, nel quale si condannano le sanzioni che gli Stati Uniti hanno imposto a Damasco, chiedendo a "tutte le parti" del conflitto che "facilitino la missione" del rappresentante speciale di Onu e Lega Araba, Laktar Brahimi, e "consentano la fornitura di assistenza umanitaria a tutti coloro che ne hanno bisogno".
Non ne uscira un granché da questo summit. L’unico interesse verrà dalla foto di gruppo finale, così giusto per ricordarsi che ogni tanto gran parte dei dittatori ancora in vita e al potere in questo disgraziato mondo si danno appuntamento, impunenmente, da qualche parte.