Le urne non mentono: l’Udc vince se si allea con il Centrodestra

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Le urne non mentono: l’Udc vince se si allea con il Centrodestra

19 Maggio 2011

di F. C.

Fa un gran parlare in questi giorni l’Udc abruzzese. Si autocelebra per il successo elettorale. E il coordinatore regionale, Enrico Di Giuseppantonio, mostra un sorriso più smagliante che mai, convinto com’è che il risultato sia dovuto “al forte radicamento del partito nella regione, tra i pochissimi – sottolinea – a guadagnare consensi”.

Del resto, non ha torto. In controtendenza con l’andamento del voto al livello nazionale, dove l’Udc e più in generale il Terzo Polo hanno fatto registrare risultati deludenti, in Abruzzo i centristi sono andati bene: hanno preso voti e hanno eletto anche qualche sindaco e consigliere comunale.

Senza dubbio Di Giuseppantonio, anche se non lo dice apertamente, si sarà fatta un’idea sul perché di questo risultato. Soprattutto analizzando i risultati di Roseto, Vasto, Lanciano, solo per citare alcuni esempi. In quest’ultimo comune l’Udc si è affermato come secondo partito della città. A Vasto c’è stato un incremento, seppur leggero, rispetto alle precedenti consultazioni. Merito dei suoi candidati, certo, “che hanno lavorato con entusiasmo e passione”, ma c’è anche qualcos’altro.

Se in Abruzzo l’Udc è andato meglio rispetto alla media nazionale, il motivo è in parte lo stesso per cui il Pd lo aveva attaccato alla vigilia del voto: la scelta delle alleanze. I centristi, infatti, hanno scelto di allearsi con il Pdl. E lo hanno fatto sulla base dei programmi e dei candidati. Attenti alle esigenze dei cittadini, i primi; dei giovani e fri meritevoli, i secondi.

Che lo ammettano apertamente o meno, la sostanza dei fatti non cambia. L’Udc ha vinto quando e perché si è alleato con il Centrodestra. E c’è poco da meravigliarsi, perché dall’altra parte si è consumata la prevista deriva estremista che ha consegnato il Pd nelle mani di Sel e soprattutto dei Grillini. Una erosione di consensi con la quale anche la classe dirigente del Centrosinistra abruzzese dovrà fare i conti.

Un finale prevedibile, perché quando le alleanze si fondano sul fragile equilibrio dell’abbattimento del nemico comune, crollano al primo alito di vento. Quando, invece, a essere comuni sono i valori e gli obiettivi, alla fine, volenti o nolenti, ci si riconosce e se responsabilmente e lealmente si sta insieme, vincere è la normale conseguenza. Se, come dice l’Udc, il lavoro, il sociale, l’efficienza amministrativa, l’ambiente, sono i suoi valori di riferimento, il futuro non può che essere scritto all’interno del Centrodestra. E questa volta, al di là dei proclami, sono proprio i fatti che lo hanno dimostrato.

Ben venga, dunque, se l’Udc si sente una forza indispensabile per il governo locale, perché indispensabili sono i valori di cui è simbolo e che sono gli stessi in cui si riconosce il Pdl. Un patrimonio di idee che non può essere disperso, anche perché l’alternativa è fallita. Il Terzo Polo per il momento resta solo un fantasma, non esiste, né nei numeri, né come opzione politica. Perché scegliere di non scegliere in realtà significa non esistere. E se si vuole davvero rinnovare la politica, adesso è il momento giusto, ma senza favoleggiamenti. Fuggire in avanti è facile, la coerenza, invece, richiede carattere. Ma così è: il nuovo Centrodestra si costruisce stando nel Centrodestra.