Le vacanze mancate di Fassino
30 Agosto 2007
di redazione
Piero Fassino dovrebbe prendersi ancora qualche giorno di vacanza: messo a confronto con Fini sul palco di “Cortina Incontra”, ha scambiato Tremonti per Padoa Schioppa e Veltroni con Bertinotti.
Incalzato sulla stangata fiscale che ha segnato l’esordio del governo Prodi, ha dato la colpa a Giulio Tremonti, reo a suo dire d’aver lasciato in eredità una situazione dei conti pubblici “totalmente fuori controllo”. Ma forse farebbe meglio a prendersela con i “controllori” Visco e Padoa-Schioppa, che dapprima hanno pensato bene di mazzolare gli italiani paventando lo sfascio del Paese, e dopo aver moltiplicato balzelli e aliquote manco fossero pani e pesci, si sono accorti che sotto al loro naso era nascosto un cospicuo “tesoretto”. Una situazione, questa sì, fuori controllo: ma a Fassino dovrebbe esser chiaro chi è, fra Tremonti e TPS, a non aver controllato bene.
Non pago dell’infelice sortita, il segretario della Quercia, interpellato sull’eventualità che il Pd possa scaricare la sinistra radicale una volta registrato l’atto di nascita, ha affermato: “Su questo ha risposto correttamente Veltroni: noi vogliamo governare il Paese con un programma di modernizzazioni, ed è evidente che il parametro sarà l’accettazione e la condivisione di quel programma”. Nulla da eccepire. Ma probabilmente Fassino avrebbe fatto meglio a pensarci prima di sottoscrivere le 281 pagine del programma dell’Unione.
Il problema è dunque all’inverso: se cambierà quella bibbia della conservazione e dello statalismo, sarà la sinistra radicale a scaricare il Pd e allora per Fassino, Veltroni e tutti gli altri cominceranno i veri guai.