Leader Hezbollah: Attentato a Gerusalemme “operazione eroica”

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Leader Hezbollah: Attentato a Gerusalemme “operazione eroica”

08 Marzo 2008

Per il leader spirituale di Hezbollah, Sayyed Mohammad Hussein Fadlallah, l’attentato di due giorni fa contro una scuola rabbinica di Gerusalemme, compiuto da un terrorista palestinese, è stato “un’operazione eroica”.

Nel corso del suo sermone di ieri, riporta il quotidiano libanese ‘L’Orient Le Jour’, Fadlallah ha affermato: “L’operazione eroica di Gerusalemme dimostra che i mujahedeen in Palestina sono in grando di portare dei colpi dolorosi ai sionisti, nonostante le loro misure di sicurezza sofisticate. L’operazione è una risposta naturale alla violenza bestiale di di Israele a Gaza e in Cisgiordania, e dimostra che ogni escalation di Israele avrà come conseguenza una contro-escalation”.

L’attentato è stato compiuto da un giovane palestinese di Gerusalemme Est che è riuscito a penetrare nella scuola, sparando all’impazzata contro gli studenti presenti in quel momento. Otto ragazzi sono rimasti uccisi. L’attentatore è stato ucciso a sua volta da un ufficiale dell’esercito israeliano.

Ancora non si hanno rivendicazioni certe dell’attacco. Due giorni fa la tv di Hezbollah ha affermato che la responsabilità è da attribuire a un gruppo palestinese sconosciuto – ‘Brigate degli uomini liberi della Galilea-Martiri di Imad Mughniyeh e di Gaza’. Ieri il gruppo estremista Hamas ha prima rivendicato l’attentato ma subito dopo ha negato ogni coinvolgimento. Secondo una fonte egiziana, citata dal quotidiano arabo con sede a Londra Al Hayat, dietro ci sarebbe invece la Siria, che mira ad attirare l’attenzione della comunità internazionale sui territori palestinesi per sviarla dal Libano.