L’economia umbra dice che le Popolari sono al servizio della comunità

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L’economia umbra dice che le Popolari sono al servizio della comunità

L’economia umbra dice che le Popolari sono al servizio della comunità

21 Luglio 2010

Come accaduto nelle altre aree del Paese, anche l’andamento dell’economia umbra ha toccato livelli negativi nella prima parte del 2009, chiudendo con un calo significativo di tutti i principali indicatori reali. Infatti, il prodotto regionale è diminuito in media d’anno del 4,5%, valore tuttavia inferiore alla media nazionale dovuto al fatto che soltanto la metà delle imprese della regione hanno sofferto di un evidente calo del fatturato. Tra i fattori negativi che hanno caratterizzato la crisi nella regione, oltre alla debolezza della domanda interna, ha inciso pesantemente la diminuzione delle esportazioni, ridotte di quasi un quarto rispetto al 2008.

Uno dei settori che ha maggiormente risentito della fase recessiva è stato indubbiamente quello agricolo, la cui produzione ha subito una rilevante flessione, in particolare per quanto riguarda le coltivazioni cerealicole, e la produzione olearia, che ha evidenziato un brusco ridimensionamento sia in termini quantitativi che qualitativi, mentre un’inversione di tendenza si è registrata per la produzione vinicola, vero fiore all’occhiello della regione, cresciuta del 5,2%, confermando l’Umbria all’ottavo posto per l’incidenza di coltivazioni pregiate fra le regioni italiane.

Anche in campo industriale i dati si sono rivelati non positivi, con una riduzione del fatturato pari al 16,1%, e forti decrementi a livello settoriale nell’ambito della metallurgia  (–29,3%), della meccanica (–20,4%) e nelle vendite del comparto tessile ed abbigliamento (–11%), particolarmente esposto alle pressioni competitive provenienti dai Paesi emergenti.

Il quadro negativo dell’economia ha inciso pesantemente anche sul tasso di disoccupazione che nel 2009 ha raggiunto il 6,7%. La riduzione dell’occupazione nella regione è stata pari al 2,6%, facendo registrare un calo superiore rispetto a quanto rilevato sia a livello nazionale (–1,6%) sia nel Centro Italia (–0,5%).

In un quadro così incerto e difficile, il ruolo delle Banche Popolari nell’economia umbra, presenti con 10 istituti e 106 sportelli pari al 18,3% delle dipendenze dell’area, ha continuato però ad essere rilevante. L’impegno ed il sostegno offerto dal Credito Popolare nella regione risulta evidente dall’andamento degli impieghi, cresciuti, nel mese di marzo 2010, dell’11% rispetto a 12 mesi prima, una prova concreta della fiducia riposta dalle banche della Categoria nella propria clientela e nella sua capacità di avere le risorse necessarie per superare la difficile situazione congiunturale.

In particolare, dati positivi si registrano relativamente gli impieghi alle imprese (+5,2%) ed alle PMI (+3%), a cui si accompagna una significativa ascesa dei mutui alle famiglie, con un incremento del 26%.

È bene sottolineare, inoltre, la crescita complessiva dei depositi, saliti ad aprile 2010 del 9,5%, segno tangibile della fiducia che le famiglie continuano a riporre nelle Banche Popolari.

Questi risultati confermano la tradizione del Credito Popolare di banca retail che pone al centro il cliente, con il quale creare un legame durevole e solido nel tempo permettendo, insieme al radicamento territoriale, lo sviluppo di quelle relazioni di mutuo sostegno tra credito, imprenditoria e società civile, elementi essenziali per superare i momenti più difficili e per costruire le premesse di una nuova fase di crescita.

Proprio questo modo di “essere e fare banca” basato sul patrimonio di conoscenze e di relazioni costruito negli anni sul territorio, permette ancora oggi alle Banche Popolari in Umbria di assicurare la necessaria copertura creditizia alla clientela impegnata nell’affrontare la crisi, al fine di garantire e rafforzare il tessuto produttivo locale, e porre le premesse per una più solida ripresa dell’economia.

* Segretario Generale, Associazione Nazionale fra le Banche Popolari