L’effetto domino del referendum in Svizzera
11 Febbraio 2014
Se a scendere in campo per difendere il principio della libertà di circolazione e’ il governatore della Lombardia, Roberto Maroni, vuol dire che il referendum che limita l’ingresso degli stranieri in Svizzera e’ una campana che batte a lutto per l’Europa che conoscevamo: quella dove possiamo muoverci senza passaporto. Altri Paesi stanno valutando se uscire dall’area Schengen, mentre cresce l’opposizione dei governi inglese e tedesco ad aprire le frontiere interne per i neocomunitari provenienti da Romania o Bulgaria. Il motivo e’ semplice: gli svizzeri hanno voluto proteggere la propria forza lavoro dalla concorrenza al ribasso tipica del globalismo; e’ il costo della manodopera itinerante prima ancora che il tradizionale particolarismo ad aver spinto gli elvetici a votare si’ al referendum. Del resto stiamo parlando di un Paese dove convivono da secoli più popoli, che ha un quarto dei residenti stranieri, il più basso tasso di disoccupazione in Europa (al 4 per cento) e una delle economie più forti. Se un referendum come quello votato domenica e’ passato in Svizzera, l’effetto domino forse potrebbe scatenarsi molto presto nel resto del continente. L’epoca in cui potevamo attraversare i confini degli stati europei senza passaporto ha i giorni contati?