Lega, aperta la cassaforte di Belsito. Bossi: “Denuncerò i colpevoli”
04 Aprile 2012
di M.L.
Francesco Belsito si è dimesso. L’ormai ex tesoriere della Lega Nord, accogliendo la richiesta di alcuni esponenti del suo stesso partito dopo le accuse mosse a suo carico dalle procure di Milano, Napoli e Reggio Calabria, ha deciso di lasciare la carica. A Belsito, i pm John Henry Woodcock, Vincenzo Piscitelli e Francesco Curcio contestano i reati di appropriazione indebita per la sottrazione di circa 18 milioni di euro dalle casse della Lega Nord, di truffa ai danni dello Stato e di riciclaggio di denaro.
“Io personalmente di soldi da Belsito non ne ho mai ricevuti, sono fuori da tutte le cose del partito. Comunque ha fatto bene a dimettersi”. Questo il commento di Riccardo Bossi, primogenito di Umberto, in un’intervista a Radio 24. D’accordo con la decisione presa dall’ex tesoriere anche il sindaco di Varese Attilio Fontana, militante del Carroccio: “Partendo dal principio di innocenza, credo che le dimissioni di Belsito siano state estremamente giuste, proprio perchè noi siamo molto diversi dagli altri”.
Al centro delle valutazioni degli inquirenti per quanto riguarda l’accusa di riciclaggio, ci sono i rapporti che sarebbero intervorsi tra l’ex tesoriere e Romolo Girardelli, che i pm considerano una pedina collegata all‘ndrangheta. Belsito e Girardelli, stando agli atti dell’inchiesta, avrebbero dato vita alla società “Effebiimmobiliare” di Genova, in cui avrebbero reinvestivano il denaro proveniente dalle casse della Lega e da altri introiti sui quali i magistrati vogliono vederci chiaro. A evidenziare il collegamento tra i due ci sarebbero i brogliacci di alcune conversazioni telefoniche intercorse tra i due che i pm avrebbero raccolto nel dossier dell’inchiesta.
Dopo la perquisizione di ieri, i magistrait hanno sentito oggi come persona informata sui fatti la segretaria ‘storica’ di Bossi Daniela Cantamessa. Sempre in giornata, il presidente della Camera Gianfranco Fini, in accordo con la Lega Nord, ha dato il nullaosta al sequestro di alcuni documenti contenuti in una cassaforte a cui aveva accesso Francesco Belsito.
Intanto, all’interno della Lega, nessuno pare ritenere fondata la posizione dei pm sul coinvolgimento di Umberto Bossi nella vicenda. L’ipotesi ventilata dai procuratori è che parte del denaro sottratto dal tesoriere sarebbe stato utilizzato per esigenze della famiglia del Senatur. L’europarlamentare della Lega Nord Matteo Salvini conferma di non nutrire “dubbio alcuno sulla estraneità” del leader leghista.
“Chiunque conosca Umberto Bossi e la sua vita personale e politica, non può essere neanche lontanamente sfiorato dal sospetto che abbia commesso alcunché di illecito – è il commento di Silvio Berlusconi -. E in particolare per quanto riguarda il denaro della Lega, del movimento al quale ha dato tutto sé stesso”. Dello stesso avviso Niccolò Ghedini del Pdl, che ritiene Bossi al massimo “parte offesa”.
Intanto, la famiglia Bossi si difende. Riccardo Bossi è netto: "Mio padre è una persona pulita, totalmente estraneo a queste storie, ci metto la mano sul fuoco”. Il primogenito del leader del Carroccio evoca lo spettro di un complotto della magistratura, asserendo che è “evidente l’attacco dei giudici nei confronti della Lega, l’unico movimento che è fuori dal potere e all’opposizione”. Si dice “sereno” Renzo Bossi, figlio del Senatur e consigliere regionale della Lombardia, che smentisce la versione dei pm, in quanto i bilanci del partito “non sono opachi”, “il consiglio federale è a conoscenza di quelli che sono i bilanci della Lega”. Respinte anche le ipotesi dei pm Woodcock, Piscitelli e Curcio sulla ristrutturazione della casa di Gemonio, iniziata nel 2004 mentre “papà era ancora in ospedale”e “ancora da pagare”. Proprio sulla famosa ristrutturazione ha commentato anche il Senatùr: “Denuncerò chi ha utilizzato i soldi della Lega per sistemare la mia casa. Io non so nulla di questa cose”.