Lega, insulti a Kyenge su Facebook. E il ministro parla di “meticciato”
08 Giugno 2013
di redazione
Ancora Facebook, ancora insulti, ancora Lega Nord contro il Ministro per l’integrazione, Cecile Kyenge. Il consigliere di Regione Emilia Romagna della Lega, Manes Bernardini, scrive insulti pesanti al ministro sulla sua pagina Facebook. Ma Kyenge non sembra scomporsi e risponde a tono: "Molti cittadini pensano che il bersaglio sia la sottoscritta. In realtà deve essere visto in un altro modo. Quando c’è un episodio di discriminazione va rivolto ai 60 milioni di cittadini italiani", commenta, aggiungendo che "La diseguaglianza è una catena, una zavorra che fa male non solo a chi sta della parte svantaggiata ma intralcia lo sviluppo e il benessere anche di chi è favorito". Abbiamo già scritto altre volte che l’errore della Lega Nord, spesso, è il tono belluino e a sfondo razzistico che certi rappresentanti del movimento usano per veicolare idee che se esposte con un minimo di decenza in molti casi non sono del tutto sbagliate. Ancora una volta, non si può che esprimere solidarietà al ministro Kyenge, ma di nuovo senza piegarsi al politicamente corretto e sapendo che le dichiarazioni del ministro debbono essere stigmatizzate quando è necessario, perché non c’è solo la sua visione del mondo e dell’integrazione sulla piazza. E allora d’accordo sul fatto che "In questo momento dobbiamo cercare di sostenere tutte le iniziative che portano ad una visione diversa di cittadinanza, quella che include. E che riconosca anche il valore di una persona, culturale, in qualunque settore", molto meno d’accordo quando Kyenge dice che "La comunità intera ormai è un meticciato". Probabilmente si riferisce alla sua idea di Italia, dove certo, gli immigrati possono offrire un grande contributo alla economia italiana, chi lo nega, ma è la parola "meticciato" che la ministra avrebbe potuto risparmiarsi. Semplicemente perché guardando ai Paesi della grande insalatiera e del meticciato applicato non sembra certo che l’integrazione sia riuscita.