“Con invito, ma senza diritto di parola, siamo andati alla conferenza nazionale di Genova sulle tossicodipendenze per assistere ad una specie di megaspot sulla legalizzazione della cannabis, sul presupposto di un presunto fallimento della normativa italiana in materia, frutto in passato di una nostra collaborazione con giganti dell’impegno contro la tossicodipendenza come Don Pierino Gelmini, Don Oreste Benzi, Don Mario Picchi e Vincenzo Muccioli”. Lo affermano Maurizio Gasparri e Carlo Giovanardi, da sempre in prima linea nella lotta contro la diffusione della droga.
“Questa mattina – continuano Gasparri e Giovanardi – alle proteste delle storiche Comunità di recupero, che hanno denunciato la loro emarginazione alla Conferenza Nazionale, si aggiunge il contributo autorevolissimo di Pino Arlacchi, ex parlamentare del PDS e dal 1997 al 2002 direttore dell’ufficio delle Nazioni Unite per il controllo delle droghe e la prevenzione del crimine”.
“Arlacchi parla non di fallimento ma di successo del modello italiano – sottolineano Gasparri e Giovanardi – e lo fa citando dati di paragone tra la progressiva riduzione dell’uso di sostanze in Italia e le catastrofiche conseguenze di processi di liberalizzazione all’estero, come negli Stati Uniti dove i morti per overdose si avvicinano ai 100000 (centomila) contro i 300 (trecento) registrati in Italia lo scorso anno. Segnaliamo ancora una volta al Presidente del Consiglio Mario Draghi la necessità di aprire un confronto vero sulla tematica droga – concludono Gasparri e Giovanardi – cominciando dalla verifica della opportunità di lasciare una delega così importante ad un Ministro della Gioventù dei 5 stelle più preoccupato di promuovere l’uso degli spinelli piuttosto che contrastarlo”.