Legambiente: monnezza in mare e fiumi. Plastica molto peggio delle “trivelle”
29 Maggio 2016
Tonnellate di rifiuti finiscono nei mari italiani ogni anno. La gran parte affonda, una parte galleggia in superficie e un’altra resta nella colonna d’acqua. E’ quanto emerge dal weekend “Spiagge e fondali puliti – Clean up the Med”, che si è svolto in tutto il Mediterraneo. I volontari hanno dato la caccia soprattutto alla plastica che è il materiale più trovato sulle spiagge.
In Italia, in prima fila nella campagna Spiagge e Fondali Puliti è stata Legambiente, che sul litorale laziale festeggia la più grande azione di volontariato che si ricordi, con circoli dell’associazione, gruppi scout, volontari che hanno raccolto più di 20 quintali di plastica, vetro, rifiuti di vario genere. Le bottiglie di plastica sono state il rifiuto maggiormente trovato.
Sul litorale laziale le azioni si sono concentrare a Terracina, Latina, Sabaudia, Anzio e Capocotta a Ostia con giornate intere dedicate alle pulizie di alcuni dei tratti più pregiati della costa”. “Da oggi le spiagge del Lazio sono più belle e pulite prima dell’arrivo della stagione quando le persone torneranno al mare. Ora c’è bisogno di continuare le azioni di pulizia e mantenere i tratti già ripuliti – dichiara Roberto Scacchi Presidente di Legambiente.
Sul fiume e a Sarno, raccolte bottiglie di vetro e contenitori di plastica e polistirolo, sedie, cartelli stradali, mozziconi di sigaretta ma soprattutto pezzi di copertoni e involucri di materiali tossici usati da carrozzerie. Ricco bottino di rifiuti, riempiti oltre quindici sacchi di ogni tipo, recuperati questa mattina nell’area della sorgente di località Foce nei fondali nel fiume Sarno. In questo caso Legambiente ha voluto sensibilizzare i cittadini sulla tutela dei corsi d’acqua interni.
Ora questi dati sull’inquinamento delle spiagge, dei fiumi e dei mari, mostrano però una cosa ben precisa. Si è tanto parlato dei rischi che determinerebbero le “trivelle”, cioè le estrazioni offshore, sui nostri litorali e nelle acque dei mari italiani. Beh, a quanto pare forse questo problema – su cui si è appena fatto un referendum – forse è davvero sovrastimato rispetto alle vere cause dell’inquinamento.