Legge elettorale 1: a colpi di Mattarellum

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Legge elettorale 1: a colpi di Mattarellum

18 Dicembre 2016

Renzi sdogana il vecchio Mattarellum, e i suoi principali alleati tremano. Con il sistema firmato dall’attuale presidente della Repubblica si torna alle coalizioni, che l’ex premier aveva rifiutato, imponendo, con l’Italicum, il premio al singolo partito vincitore. Quello era, però, il Renzi trionfante, che pensava a un partito pigliatutto, coordinato con una riforma costituzionale che avrebbe centralizzato il potere, congelato il sistema e reso il Pd inaffondabile.

Oggi il segretario del Pd è di fronte a un bivio: andare al proporzionale, e consegnarsi inevitabilmente ad alleati diventati decisivi, che chiedono, anzi pretendono, e obbligano il premier a estenuanti trattative (ve lo immaginate Renzi il vollifortissimamentevolli, alle prese con una situazione del genere?), o invece tentare di costruirsi una coalizione su misura, con Pisapia e qualche vario cespuglio sotto le sue ali, recuperando appunto il Mattarellum?

Non sappiamo se in fondo al cuore Renzi abbia veramente scelto, certo ha lanciato il suo ballon d’essai davanti all’assemblea del partito, incassando l’appoggio di Franceschini e un’immediata reazione di Ncd. Che dal Mattarellum uscirebbe decimata, spiazzata, e soprattutto ridimensionata nell’unico ruolo che ha assunto con coerenza, quello di tappetino governativo del Pd.

“Non perdiamo tempo” reagisce uno spaventatissimo Maurizio Lupi, col tono più che altro di uno che mette le mani avanti: non scherziamo, Matteo, perché ci fai questo? E ripropone il proporzionale, persino il proporzionale puro: insomma, siamo stati tanto zitti e buoni, e se ci permetti di sopravvivere lo saremo anche in futuro.