Legge elettorale, con Bianco anche la Camera è ingovernabile

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Legge elettorale, con Bianco anche la Camera è ingovernabile

12 Luglio 2007

La modifica del sistema elettorale della Camera presentata dal Presidente della Commissione affari costituzionali del Senato Enzo Bianco prevede un premio di maggioranza piccolo piccolo, sostanzialmente del 5%, che al massimo può dare qualche seggio di vantaggio a chi vince le elezioni; un premio che addirittura non scatta affatto qualora la coalizione vincente ottenga meno del 44,5 % dei seggi. Un invito a nozze per le forze politiche contrarie al bipolarismo: per quanto minoritarie, esse sarebbero infatti determinanti, non coalizzandosi né a destra né a sinistra, per non far scattare il premio di maggioranza e tornare così al vecchio sistema proporzionale puro, nel quale le alleanze non si realizzavano davanti agli elettori, ma solo dopo il voto in Parlamento.

Al Presidente Enzo Bianco dobbiamo pertanto rivolgere una domanda di fondo:  qual è l’obiettivo della riforma elettorale, rendere governabile il Senato, almeno quanto la Camera, oppure rendere ingovernabile la Camera, come è oggi il Senato?  

La risposta, finora, non è arrivata dal Presidente Bianco ma dai senatori di Forza Italia della Commissione affari costituzionali i quali – primo firmatario Gaetano Quagliariello – hanno presentato un  disegno di legge  per modificare il sistema elettorale del Senato, prevedendo un premio di maggioranza nazionale anche per l’Assemblea di Palazzo Madama, sulla base della proposta del prof. Roberto D’Alimonte.

Come infatti si legge nella relazione illustrativa di questo disegno di legge “il sistema elettorale del Senato, basato sull’attribuzione di premi di coalizione in ambito regionale, rappresenta l’elemento di maggiore criticità rispetto alle esigenze di governabilità e stabilità dell’esecutivo. Questa valutazione è  largamente, se non unanimemente, condivisa. La modifica di tale aspetto dovrebbe pertanto rivestire un carattere di priorità rispetto alle più generali esigenze di riforma del sistema elettorale. Una modifica urgente e necessaria anche solo in via cautelare e provvisoria, qualora si determinassero condizioni tali da  rendere inevitabile il ricorso anticipato alle urne, e tale da non pregiudicare il varo di una più organica riforma elettorale, che tenga eventualmente conto anche della necessaria revisione costituzionale del nostro sistema bicamerale paritario”.

Nella relazione si ricorda come e perché questa priorità si è determinata, sottolineando, in particolare, “che la proposta di riforma elettorale presentata dalla Casa delle libertà nella scorsa legislatura non si basava affatto, nella sua formulazione originaria, sull’attribuzione di premi di coalizione in ambito regionale, bensì sull’attribuzione di un premio di maggioranza nazionale, ripartito regionalmente. Tale soluzione non fu ritenuta conforme al dettato costituzionale di cui al primo comma dell’articolo 57 della Costituzione (‘Il Senato della Repubblica è eletto a base regionale, salvo i seggi assegnati alla circoscrizione Estero’) da parte dell’allora Presidente della Repubblica e la Casa delle libertà fu costretta pertanto ad abbandonarla. Ma già nel corso dell’esame parlamentare di quella modifica del sistema elettorale, in specie presso il Senato della Repubblica, e poi successivamente nel dibattito politico e nella pubblicistica, sono state molteplici e prevalenti le voci di giuristi, esperti ed esponenti politici dei più diversi orientamenti culturali e politici – tra tutti è sufficiente ricordare quella del professor Roberto D’Alimonte – a sostegno della piena conformità alla Costituzione dell’eventuale assegnazione di un premio di maggioranza o di governabilità nazionale, a condizione di un suo scrupoloso riparto nelle singole circoscrizioni regionali, in modo da rispettare la ripartizione dei seggi tra le Regioni stabilita dalla Costituzione.”

Il disegno di legge dei senatori di Forza Italia risponde a questa essenziale finalità, apportando anche alcuni altri miglioramenti al sistema vigente. Esso prevede infatti che qualora la coalizione di liste (o la lista singola) che ha conseguito il maggior numero di seggi nell’ambito di tutte le circoscrizioni regionali abbia conseguito meno di 170 seggi, ad essa sia attribuito un premio di governabilità sino alla concorrenza di tale consistenza, e comunque in misura mai superiore a 45 seggi.

Con questa scelta si evita il rischio di assegnare un premio eccessivo, senza però mettere in causa il sistema bipolare come rischierebbe di accadere qualora si  prevedesse una soglia minima al di sotto della quale non assegnare alcun premio. Il disegno di legge prevede un’unica soglia di sbarramento pari al 5 % regionale, sia per le liste coalizzate che per le liste singole, mettendo finalmente un argine alla frammentazione esasperata che caratterizza il nostro sistema politico. Infine, la relazione al disegno di legge propone di esaminare una ulteriore modifica al sistema vigente per migliorare il rapporto tra candidati ed elettori:  suddividere il territorio regionale in circoscrizioni provinciali o sub-provinciali, in modo da avere liste molto corte di candidati, ben conoscibili dagli elettori. Una soluzione che evita il ricorso a strade controproducenti come il voto di preferenza o  come i collegi uninominali proporzionali in cui non è eletto chi arriva prima nel collegio ma chi fa perdere più voti al proprio partito negli altri collegi della circoscrizione.

Il disegno di legge dei senatori di Forza Italia ha dunque il pregio della essenzialità e della concretezza e rappresenta anche una valida cartina di tornasole per comprendere se la discussione sulla legge elettorale diventerà o no una cosa seria.