Legge elettorale, trovata intesa nella CdL
04 Settembre 2007
di redazione
Hanno trovato l’accordo sulla legge elettorale i leader dei partiti di centrodestra che oggi si sono riuniti a Gemonio per parlare di programmi e del futuro della coalizione. Seduto tra Umberto Bossi e Gianfranco Fini, il Cavaliere ha spiegato che non si puo’ prescindere dal “bipolarismo che è un a conquista democratica. E cioe’ e’ necessaria l’indicazione, prima della legge elettorale, delle alleanze e della presidenza del Consiglio.
La linea emersa, come hanno spiegato i partecipanti, e’ che si puo’ andare a nuove elezioni anche con la normativa attualmente in vigore. La Cdl, pero’, e’ disposta a trattare con la maggioranza e a esaminare un nuovo modello, a condizione che sia basato su tre principi: la garanzia del bipolarismo, l’indicazione preventiva delle alleanze e del presidente del Consiglio, e, infine una soglia di sbarramento necessaria per arginare il rischio di una eccessiva frammentazione.
Al vertice hanno partecipato Bossi, Roberto Maroni e Roberto Calderoli per la Lega Nord, Gianfranco Fini, Andrea Ronchi e Ignazio La Russa in rappresentanza di An oltre che il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi.
“Occorre – ha specificato Berlusconi – uno sbarramento che vada contro il male di cui oggi soffriamo, che e’ la frammentazione eccessiva dei partiti politici. Abbiamo piu’ di venti partiti politici in Parlamento e siamo esposti al ridicolo nei confronti degli altri paesi”.
Il sistema prescelto dunque e’ il sistema proporzionale con soglia di sbarramento e indicazione preventiva delle alleanze e della presidenza del Consiglio”.
“Sia con Bossi che con Berlusconi siamo pienamente concordi nel ribadire la forte necessita’ di una ripresa dell’iniziativa politica da parte della Cdl. Occorre passare all’attacco, non possiamo lasciare tutto il palcoscenico alla sinistra, bisogna riprendere l’iniziativa nei contenuti”. Ha commentato il leader di An Gianfranco Fini, al termine dell’incontro.
Anche Fini ha ribadito, a proposito della riforma della legge elettorale, che ‘si puo’ tranquillamente votare con quella che c’e’, salvo qualche aggiustamento. Ma se la maggioranza di governo non la ritiene sufficiente siamo pronti a discutere a condizione che siano rispettati i tre punti illustrati da Berlusconi”.