Legge sulla caccia, oggi si vota tra i malumori

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Legge sulla caccia, oggi si vota tra i malumori

20 Aprile 2010

Il vero bersaglio non sono fagiani e lepri, ma la legge 157, quella sulla caccia. Così a Montecitorio cresce la protesta. Oggi alla Camera, infatti, si voterà la legge comunitaria che contiene la contestatissima norma che apre alla possibilità di cacciare anche dopo il 31 gennaio.

Per questo oggi, sotto la sede della Camera, si sono riuniti i rappresentanti di una ventina di associazioni armati di cartelli di protesta (Altura, Amici della Terra, Ambientalisti italiani, Associazione vittime della caccia, Cts ambiente, Enpa, Fare verde, Greenpeace, Italia nostra, Lac, Lav, Legambiente, Lida, Lipu, Memento naturae, Mountain wilderness, No alla caccia, Oipa, Vas, Wwf) sollevando la voce contro la norma in questione: un colpo sparato dritto al cuore della biodiversità, dicono animalisti e ambientalisti.

Alcuni diranno: “E’ la solita sinistra ambientalista”. E invece no: la protesta si è levata anche dentro il Palazzo. Ad alzare il tiro ci hanno pensato pure alcuni deputati del Pdl, che i volatili sullo spiedo non ce li vogliono proprio vedere, perché da anni sono impegnati nella tutela delle specie animali. Ieri infatti, un gruppo di dissidenti del Popolo della libertà, una trentina, ha scritto a Silvio Berlusconi chiedendogli di desistere dal proposito di allungare la stagione venatoria, minacciando anche di non votare il provvedimento se non verrà stralciata la norma incriminata. Si sta parlando del comma 2b dell’articolo 43, quello che dà la possibilità alle Regioni di estendere il periodo della caccia fino a febbraio (attualmente la stagione venatoria va dal 19 settembre al 31 gennaio). Tra i firmatari: Benedetto Della Vedova, Fabio Granata, Fiorella Ceccacci Rubino, Margherita Boniver, Flavia Perina, Fiamma Nirenstein e Pietro Lunardi.

Il relatore del contestato emendamento numero 43 in Commissione Agricoltura, Isidoro Gottardo (Pdl), parla di interpretazione sbagliata e faziosa. “Le associazioni ambientalistiche ne hanno dato una lettura del tutto interessata”, ha detto a l’Occidentale. Secondo il relatore infatti, è stata introdotta una norma “che aveva lo scopo di recepire le direttive comunitarie rimaste inapplicate in Italia”. Nella legge, in breve, c’erano delle irregolarità nella normat l’Ue considera oggetto di infrazione. Nello specifico, ha continuato Gottardo, “si è detto che la norma estende il periodo di caccia. Ma che l’attività dei cacciatori è vietata nei periodi di nidificazione, riproduzione ed in quello dello sviluppo dei piccoli, queste associazioni non lo dicono”. Per quanto riguarda la durata del periodo di caccia Gottardo ha confermato: “Ogni deroga è rimessa al parere delle Regioni previo parere dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) che sul tema deciderà l’ eventuale concessione ai cacciatori”. 

Ma i dissidenti non la pensano allo stesso modo. Scrivono infatti: “Caro Presidente abbiamo appreso con sorpresa dello stravolgimento subito dalla legge Comunitaria 2009”, ricordando come si preveda nel testo “delega piena alle regioni” per quanto riguarda la stagione venatoria proprio mentre l’Europa richiama tutti i paesi membri “a una più rigorosa valutazione del calendario, per garantire la salvaguardia delle biodiversità delle specie animali”. I dissidenti proseguono la missiva rivendicando di aver seguito la vicenda con equilibrio, aggiungendo di aver il sostegno non solo di tutte le associazioni animaliste e ambientaliste italiane ma anche “della stragrande maggioranza dell’opinione pubblica”. Dunque, proseguono i deputati, “sentiamo il dovere di comunicare che non intendiamo legittimare con il nostro voto il cedimento politico di alcuni a una piccola lobby di settore e a meno di 750mila cacciatori. Né, tanto meno, alla loro volontà di sparare indiscriminatamente tutto l’anno e contro qualsiasi specie animale”.

L’eventuale scelta dell’astensione, scrivono, è “un problema di coscienza” che “non ha nulla a che vedere con la situazione politica interna al nostro partito”. Non auspicano, insomma, alcuna ulteriore divisione interna al Pdl, ma la faccenda, credono alcuni, potrebbe offrire il fianco al tiro dell’opposizione.

“La commissione Agricoltura di Montecitorio – sottolineano i deputati Fiorella Ceccacci Rubino e Basilio Catanoso del Pdl – ha confermato l’impostazione che prevede delega piena alle regioni, indicando nel prolungamento dei termini della stagione venatoria la sola possibilità di modifica, con l’alibi di ottemperare a prescrizioni comunitarie che, al contrario, ci richiamano a una più rigorosa valutazione del calendario, per garantire la salvaguardia delle biodiversità delle specie animali”.

Dalla commissione Politiche dell’Unione europea di Montecitorio i toni si sono fatti ancora più pungenti. Il capogruppo del Pd nella Commissione, Sandro Gozi, prendendo la palla al balzo, ha detto di aspettarsi un dietrofront del governo e della maggioranza, vista anche la presa di posizione dei deputati del Pdl. “Maggioranza e governo devono fermarsi: con l’articolo 43 sulla caccia, la destra ha tenuto in ostaggio l’intero provvedimento della legge comunitaria e questa è davvero inaccettabile – ha detto Gozi – soprattutto perché il calendario venatorio che la lobby della caccia vuole imporre sarà fonte di contrasti con l’Europa”.

Polemiche, queste, in sintonia con la segreteria nazionale di Sinistra Ecologia Libertà: "Una strage di animali  è un colpo mortale alla biodiversità: ed è quello che succederebbe se passasse l’articolo  43 della legge comunitaria che prevede l’estensione del periodo di caccia ai mesi di febbraio e marzo, cruciali per la sopravvivenza di molte specie migratorie", ha precisato Loredana De Petris.

Insomma, il dibattito divide due schieramenti: l’uno convinto che poche settimane di deroga del periodo venatorio siano estremamente dannose per lo sviluppo e la conservazione delle specie animali, l’altro che invece crede non abbiano un effetto determinante. Il responso decisivo sarà quello espresso dall’Aula.