Legnini incontra Orlando, Renzi: vedere Morosini non è un problema

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Legnini incontra Orlando, Renzi: vedere Morosini non è un problema

12 Maggio 2016

Dopo l’incontro chiarificatore tra il vicepresidente del Csm, Giovanni Legnini, e il ministro Orlando, a parlare è Renzi, che a Porta a Porta dice: “Io non ho problemi a parlare con Davigo o Morosini”. Il premier cerca quindi di buttare acqua sul fuoco nello scontro che si è aperto tra politica e magistratura, dopo le dichiarazioni, fatte ma smentite, al vetriolo, del consigliere Morosini sul referendum costituzionale.

“Che i magistrati contribuiscano al dibattito con le loro opinioni non solo e’ legittimo ma anche salutare. La partecipazione militante ai vari comitati e’ pero’ un passaggio ulteriore che io considero discutibile, pur escludendo ogni ipotesi di divieto”, ha detto il ministro della Giustizia Andrea Orlando in un’intervista al Corriere della Sera. Per Orlando il caso Morosini è da “considerare chiuso” ma “resta aperto il confronto con il Csm su alcune questioni. “Su questo vorrei che si aprisse una discussione politica seria – afferma il Guardasigilli – senza interventi censori ma anche senza richiudere tutto in un cassetto”.

Durante l’incontro con il vicepresidente Legnini, Orlando ha sottolineato la “profonda presa di distanza” del togato di Area, rispetto all’intervista rilasciata al quotidiano ‘Il Foglio’ (la smentita) e valorizzato “il percorso di leale collaborazione” tra Governo e Csm.  Orlando, a proposito di magistrati e referendum, ha parlato di “condotte che mettano le istituzioni e gli organi costituzionali a riparo da ogni polemica”.

Insomma, nessun provvedimento disciplinare per Morosini, ma “E’ importante  che ci sia una vigilanza e una fortissima attenzione sul fatto che i pareri del Csm siano legati alle funzioni istituzionali”, dice Orlando.

Secondo il vicepresidente Legnini: “I pareri sulle riforme saranno redatti nella forme più’ appropriate e consone alle finalità istituzionali, con considerazioni tecnico-giuridiche sull’adeguatezza e l’efficacia delle norme”. Ciò non esclude, sottolinea Legnini, che il Csm possa fare “osservazioni anche critiche”. “Se ci mettessimo tutti in campagna elettorale quale sarebbe credibilità del Csm?,” si chiede però Legnini, “Come potremmo svolgere la funzione di garanzia?”.