L’elezione di De Camillis fa di Pescara il nuovo laboratorio politico dell’Abruzzo

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L’elezione di De Camillis fa di Pescara il nuovo laboratorio politico dell’Abruzzo

25 Novembre 2011

di F. C.

“Voglio essere il presidente di tutti, maggioranza e opposizione, intendo essere il custode e il censore del dibattito democratico dell’aula consiliare di Pescara, il Consiglio più importante d’Abruzzo al quale tutti guardano come punto di riferimento a livello regionale”. Sono state queste le prime parole pronunciate da Roberto De Camillis, neoeletto presidente del Consiglio comunale di Pescara dopo le dimissioni di Licio Di Biase.

Parole apparentemente scontate per un nuovo presidente, ma che in realtà nascondono un grande significato politico. Roberto De Camillis è infatti un esponente dell’Udc. Meglio ancora di quel Terzo Polo che oggi è al centro del dibattito politico nazionale.

E aver individuato un presidente terzopolista, con straordinaria coincidenza temporale rispetto a quanto sta accadendo nella politica nazionale, la dice lunga sulla riflessione che deve avviarsi nella nostra regione. Le amministrazioni comunali possono essere la scintilla e in particolare quella di Pescara sembra aver innescato la miccia.

L’elezione di De Camillis prefigura, infatti, una nuova geografia politica, auspicabile e realistica. E impone una duplice riflessione: sul ruolo del Terzo Polo da un lato e sul ruolo della nostro territorio, Pescara, nell’ambito dello scenario politico regionale, dall’altro.

Se è vero che in un certo senso la crisi ha messo in evidenza la debolezze di un bipolarismo che aveva bisogno di rigenerarsi, questo non può certo significare che i partiti debbano perdere la propria identità e il proprio bagaglio culturale.

Il bipolarismo non è certo concluso, semmai è vero il contrario. E tanto più gli schieramenti politici che lo hanno disegnato riconosceranno il loro valore, tanto più questo sarà chiaro. E’ questa la vera novità. E costi quel che costi, è questa l’unica via per costruire partiti veri, che facciano politica vera, che abbiano idee valide e classi dirigenti rappresentative.

E la verità politica, lo ribadisco, in questo momento dice due cose: che dobbiamo costruire un’alleanza più grande, che comprenda anche il Terzo Polo. E che in questa direzione Pescara può e deve rappresentare un laboratorio di idee. Un punto di partenza, per disegnare un Pdl più forte, più rappresentativo. Lo ha detto bene il neopresidente del Consiglio: il Consiglio Comunale di Pescara è il più importante d’Abruzzo. Ma ancora di più: è un’ “istituzione alla quale si guarda come punto di riferimento a livello regionale”.

E se è così, il segnale che è arrivato dall’aula consiliare non può essere trascurato. Ma deve essere di auspicio per una quadratura più ampia. Deve risuonare come un campanello per il Pdl in tutto l’Abruzzo, affinché quello che è accaduto a Pescara possa ripetersi altrove, fino al governo della Regione.

La fiducia e il consenso sono una conquista quotidiana e implicano sacrificio, riflessione e continua ricerca. Se si dimentica questa, che è la vera missione della politica, il rischio che si corre è quello di disgregarsi. Se invece si osserva la realtà e si asseconda il cambiamento, senza il timore di perdere posizioni acquisite, si saprà accogliere il nuovo che sarà generato da questa benefica rivoluzione.

Il comune di Pescara ha iniziato a percorrere questa strada e l’elezione di De Camillis lo dimostra. Se il nuovo presidente del Consiglio Comunale è il simbolo di una sintesi che può avvenire all’interno del Centrodestra, trasformiamo questo traguardo nel nostro futuro e in quello del nostro partito, il Pdl.