L’emergenza lavoro è grave anche in Molise, servono interventi urgenti

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L’emergenza lavoro è grave anche in Molise, servono interventi urgenti

03 Aprile 2012

Se la mancanza di lavoro in tutta Italia è una delle priorità su cui bisognerebbe concentrare gli sforzi, anche in Molise la situazione non è confortante. Gli ultimi dati diffusi dall’Istat fanno emergere uno scenario preoccupante che richiede interventi urgenti e immediati da parte del mondo politico e delle istituzioni locali.

La disoccupazione in regione è salita di un punto e mezzo percentuale nel 2011, passando dall’8,4 per cento al 9,9, contro una media nazionale dell’8,4. Gli occupati scendono a 107 mila e sono 12 mila le persone in cerca di lavoro. In pratica, l’economia del Molise si regge in questo momento su 67 mila lavoratori del settore servizi, 32 mila in quello dell’industria e otto mila che si occupano di agricoltura.

Intanto, cresce anche la soglia di povertà. Circa mille famiglie in provincia di Campobasso rischiano di essere sfrattate dall’Istituto autonomo case popolari per non aver pagato l’affitto. Il debito accumulato in 10 anni nei confronti dello Iacp è ingente: sei milioni di euro. Soldi che mancano all’appello e che l’Istituto ora sta cercando di recuperare attraverso azioni legali mirate.

L’argomento è stato al centro dei lavori del Consiglio comunale di Campobasso. Il gruppo dell’Udeur che appoggia la maggioranza di centrodestra ha presentato un ordine del giorno per intervenire prima che sia troppo tardi. L’idea è quella di creare un fondo regionale per saldare i debiti accumulati dalle famiglie, visto che il problema degli affitti non pagati riguarda anche decine di alloggi comunali. Il sindaco di Campobasso, Gino Di Bartolomeo (Pdl), è intervenuto in prima persona bloccando qualsiasi iniziativa legale del Comune. C’è la consapevolezza che il momento è delicato per tutti e che non si può infierire su quei nuclei familiari che non riscono più ad arrivare a fine mese. Sono i nuovi poveri, quelle famiglie monoreddito in cui anche l’unico stipendio portato a casa non arriva più a causa di aziende che riducono il personale e attività che falliscono. La crisi economica sta colpendo più di tutti questa parte della popolazione e in Molise il problema va affrontato senza ritardi e tentennamenti.

Secondo una indagine della Commissione lavoro regionale, tra cassa integrazione, mobilità e crisi aziendali, in questo anno sono a rischio quattromila posti di lavoro solo nell’industria, per non parlare di quelli già persi negli ultimi mesi in agricoltura e nell’edilizia. Sul tema della crisi e della disoccupazione che avanza si è soffermato anche il messaggio in occasione della Pasqua dell’arcivescovo di Campobasso-Bojano, Giancarlo Bregantini, che ricopre anche l’incarico di presidente della Commissione Cei sul lavoro e le Politiche sociali. “In tempo di crisi occorre agire con sobrietà”, ha detto l’arcivescovo. Un messaggio diretto soprattutto alle parrocchie della sua Diocesi alle quali ha lanciato l’invito a fare buon uso delle risorse economiche a disposizione. In pratica, l’appello è a fare meno feste, meno “fuoci d’artificio”, a coinvolgere meno “cantanti” e a pensare di più a creare piccole attività per offrire lavoro ai giovani del territorio. Bregantini vorrebbe che si seguisse anche in Molise l’esempio positivo avviato in Calabria, quando era vescovo di Locri, e che ha portato alla nascita di cooperative sociali e di servizi. Occorre invertire, infatti, il trend negativo che riguarda la mancanza di lavoro in Molise dove proprio la provincia di Campobasso risulta quella più colpita con un tasso di disoccupazione che sfiora l’11 per cento.

Da parte sua, la politica deve intervenire con un serio piano di rilancio economico e industriale del territorio e i tempi sono alquanto brevi. A ciò vanno aggiunte politiche sociali ancora più mirate a sostegno delle fasce deboli. Occorrono nuovi aiuti alle imprese, più fondi per migliorare le infrastrutture, agevolazioni per l’accesso al credito e sostegno a chi resta senza lavoro. Se non si troveranno soluzioni concrete nel breve periodo, il rischio è che la crisi possa causare in Molise un vero e prorio “effetto domino”, coinvolgendo sempre di più imprese e famiglie. Bisogna a tutti i costi invertire la rotta, prima di imboccare la strada del non ritorno.