L’Emilia non è “rossa” e Bonaccini ora veste i panni dello statista

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L’Emilia non è “rossa” e Bonaccini ora veste i panni dello statista

L’Emilia non è “rossa” e Bonaccini ora veste i panni dello statista

06 Novembre 2020

Dopo aver protestato e ingaggiato un lungo braccio di ferro col Governo e dopo aver ottenuto il bollino di ‘fascia gialla’ per la sua Regione, il presidente della Emilia Romagna Stefano Bonaccini, veste i panni di statista. “È il momento della responsabilità e dell’unità, dimostriamo di essere un grande Paese e ne usciremo prima e meglio” – dice il Governatore emiliano in una intervista rilasciata oggi al Corriere della Sera dalla sua casa (dove è ancora in isolamento con sintomi lievi). Ai colleghi di Piemonte e Lombardia che protestano per le misure fortemente restrittive loro imposte, Bonaccini predica calma e derubrica a ‘calciomercato’ le polemiche sull’inserimento nelle tre fasce di rischio. “Non abbiamo bisogno di accrescere il livello di scontro ma semmai di lavorare assieme. Lo dico a me stesso, al governo e ai miei colleghi presidenti di Regione. Ascoltiamo il presidente Mattarella e abbassiamo i toni, una pandemia non si sconfigge con la polemica”.
Un linguaggio ecumenico attraverso il quale Bonaccini, dopo aver fallito l’opa lanciata prima delle Regionali alla segreteria di Zingaretti, cerca di rilanciarsi in chiave nazionale. L’Emilia Romagna, pur con numeri di contagio alti, non appare oggi tra le Regioni più a rischio (177 le persone in terapia intensiva contro le 522 della Lombardia e un incremento giornaliero di circa 2mila casi al giorno contro gli 8mila lombardi) e Bonaccini rivendica il merito. “A marzo eravamo la seconda regione più colpita mentre oggi misuriamo alcuni effetti importanti di misure che abbiamo assunto”.
Del resto la posizione conciliante di Bonaccini è frutto proprio della collocazione a rischio basso assegnata alla Emilia Romagna. Ma siamo certi che a ruoli invertiti il presidente emiliano adotterebbe i medesimi toni? Se il rosso che da sempre caratterizza politicamente il territorio diventasse anche il colore della fascia di rischio, come reagirebbe il governatore oggi pacificatore? La rabbia del governatore Fontana per i modi con cui è stato avvertito dal Governo del lockdown (un sms mentre Conte era già in tv) o la richiesta del governatore Cirio di maggiore uniformità, non sono forse argomenti che Bonaccini condivide?
Domande che probabilmente, vista la velocità con cui il ‘colore’ della Regione può cambiare, potrebbero trovare presto risposta.