L’equilibrio del ministro D’Alia nel bailamme dell’antiberlusconismo

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L’equilibrio del ministro D’Alia nel bailamme dell’antiberlusconismo

03 Agosto 2013

C’è un ministro del Governo Letta che in queste ore tribolate per l’esecutivo ha fatto una dichiarazione importante su cosa Silvio Berlusconi rappresenti per l’Italia. Dichiarazione immaginiamo meditata visto il clima che si respira nel Palazzo, e che dimostra senso di responsabilità. Non è uno dei ministri del Pdl, ma dell’Udc e attualmente guida il dicastero della Pubblica Amministrazione. Gianpiero D’Alia.

"Le sentenze devono essere rispettate e attuate", ha detto D’Alia a margine di un incontro avvenuto nel municipio di Catania, "ma deve essere rispettato, in questo Paese, anche un personaggio come Berlusconi che ha rappresentato un pezzo importante della nostra storia e rappresenta un’area elettorale significativa in Italia". Aggiungendo, "Quello che manca forse da noi è il senso civico, che significa sia rispettare la magistratura, e ci mancherebbe altro, ma anche chi ha rappresentato e rappresenta qualcosa".

D’Alia ha nel suo dna i valori di una politica seria ed equilibrata, aliena da ‘spargimenti di sangue’, venendo infatti da una tradizione, anche familiare, che ha rappresentanto un pezzo importante del governo della Democrazia Cristiana in Sicilia. Equilibrio già mostrato anni fa con quella proposta del 2009 di reprimere la "apologia o istigazione a delinquere compiuta a mezzo Internet".

La proposta ai tempi gli costò l’accusa di "censore" (gli alfieri del totalitarismo web hanno una stramba idea della libertà di parola), quando invece sappiamo quanto Internet e social network siano divenuti negli ultimi anni ricettacolo di offese, insulti, minacce alla politica (e non solo alla politica), un angiporto dove non contano né temi né idee ma soltanto l’odio represso da scatenare contro l’avversario politico.

Basta farsi un giro su Facebook in queste e leggere cosa scrivono tanti italiani sulla sentenza mediaset, il passaporto ritirato a Berlusconi, la condanna dell’ex premier, per capire che a loro sembra poca roba. Forse avrebbero preferito vedere il Cav. appeso a testa in giù, anzi qualcuno lo scrive pure. Benvenga quindi la moderazione del ministro D’Alia, quel riconoscimento del ruolo svolto da Silvio Berlusconi in lunghi e aspri decenni di vita politica nel nostro Paese. Rispetto della magistratura, ma anche di chi non la pensa come te e che non per questo va distrutto ed eliminato, almeno per adesso, solo virtualmente.