L’estate rovente di Hillary e Obama

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L’estate rovente di Hillary e Obama

02 Agosto 2007

“Sei un ingenuo”, “E tu sei la copia di
Bush e Cheney”. Cavalleria rusticana in versione stelle e strisce. Hillary
Clinton e Barack Obama hanno deciso di infiammare la campagna elettorale e, da qualche
giorno, se le stanno dando di santa ragione.

Tutto è iniziato il 23 luglio
quando i candidati democratici alla presidenza hanno preso parte ad un dibattito
organizzato da CNN e Youtube a Charleston, in South Carolina.
All’insegna della democrazia telematica, alcuni elettori hanno potuto rivolgere
via web le proprie domande agli aspiranti presidente. Una, quella di Stephen
Sorta di Diamond Bar (California), rimarrà nella storia di questa campagna
presidenziale. L’elettore digitale ha chiesto ai candidati del partito
dell’Asinello se, in caso di elezione, avrebbero incontrato – nel primo anno
alla Casa Bianca e senza precondizioni – leader di Paesi ostili come il
venezuelano Chavez o l’iraniano Ahmadinejad. Obama ha risposto positivamente,
ricordando che anche Reagan, quando definiva l’URSS l’impero del male, non evitava comunque di incontrare Gorbaciov e
gli altri leader sovietici. La senatrice di New York, al contrario, ha detto
che non avrebbe potuto incontrarli e che il nuovo presidente dovrebbe essere molto
cauto per non correre il rischio di essere strumentalizzato da leader nemici a
fini propagandistici.

Dunque, una distinzione nell’approccio alla
politica estera molto marcata, ma il contrasto sembrava finito lì. E, invece, non
passano 24 ore che Hillary Clinton rilascia un’intervista ad un giornale
dell’Iowa, il Quad-City Times, e
definisce Obama “irresponsabile ed ingenuo”. La senatrice sa che il tema
dell’inesperienza è la vera spina nel fianco del carismatico senatore
afroamericano, da soli due anni a Capitol Hill. Obama, però, non si lascia
mettere all’angolo e contrattacca. Chiama il Quad-City Times e dichiara che “irresponsabile ed ingenua” è stata in
realtà la Clinton quando, nel 2002, ha votato a favore della guerra in Iraq,
senza pensare ad una via d’uscita dal conflitto. Passa un giorno e il senatore
dell’Illinois rincara la dose. Concede un’intervista esclusiva alla NBC News e paragona il rifiuto di
Hillary Clinton di incontrare i capi di Stato ostili alla politica adottata da
Bush e Cheney. “Chiedete alla senatrice Clinton che differenza c’è tra la sua
posizione e la loro”, è la domanda al vetriolo di Obama. Nuova controffensiva
di Hillary Clinton. L’ex First Lady rilascia un’intervista alla CNN e commenta ironica: “Nella mia vita
mi hanno detto di tutto, ma nessuno mi aveva paragonata a Bush e Cheney”.

Il Washington
Post
parla di “zuffa” tra i due e, in un servizio a doppia firma
Kornblut-Balz, sostiene che quanto avvenuto in questi giorni rappresenta uno
spartiacque nella campagna elettorale dei candidati democratici: la vera sfida
per la nomination sarà tra “l’esperienza di Clinton e la freschezza di Obama”.
Alla experience question dedica ampio
spazio Newsweek di questa settimana.
Lo staff di Hillary, si legge in un articolo di Richard Wolfe, mette l’accento
sugli 80 Paesi visitati dalla ex First Lady a dimostrazione della sua caratura
internazionale. Tuttavia, si legge nel settimanale, anche Laura Bush ha
visitato da sola o con il marito 68 Paesi, ma non per questo ha maturato l’esperienza
per assumere il ruolo di Commander-in-chief.
D’altra parte, Wolfe rammenta che le critiche di inesperienza rivolte oggi a
Barack Obama sono le stesse indirizzate nei confronti di Bill Clinton durante la
sua prima campagna presidenziale. L’allora governatore dell’Arkansas dovette
vedersela con il presidente uscente (e già vicepresidente per due mandati)
George Bush senior. Impossibile tenergli testa sulla politica estera e così
Clinton puntò tutto sulle questioni interne. Una strategia che si rivelò vincente.

Intanto, per la serie “nulla è impossibile”,
nella disputa con Obama, Hillary incassa l’appoggio indiretto dei candidati
Repubblicani McCain e Romney, mentre sulla rivista dei neoconservatori, The Weekly Standard, Fred Barnes
scommette sulla vittoria della senatrice di New York, che, scrive, “ha più
chance di tutti di succedere a George W. Bush”. Di parere contrario è David
Yepsen, editorialista del Des Moines
Register
, storico quotidiano dell’Iowa, primo Stato in cui si terranno i caucases per la Casa Bianca. Secondo
Yepsen, tra i due litiganti Obama e Clinton godrà John Edwards, che proprio in
Iowa è in testa ai sondaggi. Infondo, ricorda il columnist del Register,
anche alle presidenziali del 2004 – all’inizio della campagna – sembrava che la
partita fosse tra Howard Dean e Richard Gepardt, mentre alla fine la nomination
se la aggiudicò John Kerry con John Edwards come vice. Insomma, un’estate
rovente per Hillary e Barack. Eppure c’è chi giura che, dopo la tempesta, tornerà
il sereno tra i due big del partito Democratico. Non solo. Secondo alcune fonti
vicine ai duellanti, qualcuno è già al lavoro per un ticket presidenziale
Clinton-Obama.