L’estremismo nuoce ai conservatori, dagli Usa all’Europa
15 Ottobre 2013
di Joe Galt
Quello che sta succedendo negli Stati Uniti sullo "shutdown" dovrebbe far riflettere chi, a latitudini diverse, nelle democrazie occidentali, pensa davvero che salendo sulle barricate, rinunciando al dialogo e al compromesso, e ritirandosi sull’Aventino si possa ottenere un risultato elettorale favorevole.
Un sondaggio del Wall Street Journal/NBC News ci dice infatti che gli americani hanno un punto di vista estremamente negativo su come il Partito Repubblicano ha gestito la vicenda del bilancio federale. In tanti pensano che il Gop stia facendo correre al Paese il rischio di un nuovo capitombolo in economia. Il 53 per cento del campione è scettico verso la posizione assunta dai repubblicani, a fronte del 31 per cento che se la prende invece con Obama.
Risultato: l’enfasi spietata sui tagli alla spesa non giova all’Elefantino che, scrive David Frum, continuando su questa strada potrebbe perdere anche le prossime presidenziali. E’ dal 2009 che il GOP, o una buona parte di esso, ha rinunciato al moderatismo per seguire la strada aggessiva e vagamente grillina del Tea Party, radicalizzandosi in un modo che ha soltanto favorito Obama.
C’è ancora una parte del partito che dubita di questa inversione a U ma che, anche nel caso dello shutdown, è rimasta fin troppo passiva davanti alla chiusura dello Yosemite. Un po’ come accadde con Romney, appoggiato dai moderati durante le Primarie ma poi abbandonato all’esasperazione dei piani economici di Paul Ryan. O com’è successo al Congresso in questi anni, quando l’ala responsabile ha lasciato mano libera ai "crazies", come li chiama Frum, con l’unico effetto di beccarsi in pieno l’Obamacare.
Per i moderati repubblicani, scrive Frum, è arrivato il momento di risvegliarsi, organizzarsi e mobilitarsi. Per riprendersi la guida del partito secondo le sue parole d’ordine storiche e tradizionali. Per i moderati francesi, è arrivato il momento di stoppare Marine Le Pen, che si dichiara "gollista" dicendo "no" a immigrati, euro e globalizzazione (il Generale approverebbe?). E anche per i moderati italiani è arrivato il momento di fare argine all’estremismo che sembra aver contagiato una buona parte del parlamento, come dimostra il triste spettacolino di ieri alla Camera.