L’età di Ruby, l’anagrafe marocchina e quell’onere della prova che pesa sui pm

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L’età di Ruby, l’anagrafe marocchina e quell’onere della prova che pesa sui pm

04 Marzo 2011

Per chiunque l’abbia vista e sentita parlare dal piccolo schermo, l’idea che Ruby Rubacuori abbia alle spalle qualche primavera in più delle diciotto che risultano agli atti della Procura di Milano e che sono costate al Cav. l’ennesimo assalto giudiziario non è poi così inverosimile. "Dalla tv dimostra almeno 25 anni!" ebbe a commentare, per esempio, un alto prelato del quale non faremo il nome neanche sotto tortura. E abbiamo detto tutto.

Acclarata la verosimiglianza dell’ultimo presunto asso nella manica della difesa del Cav., tuttavia, il nocciolo della questione a noi pare un altro. Non abbiamo chiesto lumi a Niccolò Ghedini né a Piero Longo, e non sappiamo cosa abbiamo trovato in Marocco i legali del premier per dimostrare che Karima El Mahroug sia stata registrata all’anagrafe con due anni di ritardo e che dunque era tutt’altro che minorenne quando varcò per la prima volta la soglia di Arcore. Ma rimuginando su quest’ultima rivelazione e scorrendo le cronache quotidiane, ancora una volta è la stampa anti-Cav. a farci sobbalzare sulla sedia.

Scrive testualmente Il Fatto Quotidiano: "Ghedini & C sarebbero volati in Marocco alla ricerca delle origini di Karima El Mahroug, negli uffici che avrebbero registrato la sua nascita. Il problema che dovranno affrontare, a questo punto, è un altro: in Marocco non esiste un’anagrafe efficiente e puntuale, le registrazioni delle nascite non sono un obbligo di legge come avviene nei Paesi occidentali, difficile capire come i giudici potrebbero valutare questo elemento di prova".

Si dà il caso che secondo l’ordinamento giuridico italiano l’onere della prova spetti all’accusa e non alla difesa. A rigor di logica, dunque, oltre a dimostrare che il Cav. e Ruby abbiano avuto rapporti sessuali (che la ragazza ha sempre negato), e oltre a dimostrare che il premier fosse consapevole della sua eventuale minore età, per sostenere l’accusa di prostituzione minorile la Boccassini e compagni dovrebbero innanzi tutto essere certi che Karima fosse effettivamente minorenne! E come si fa a esser certi dell’età effettiva di una persona nel cui Paese di nascita "non esiste un’anagrafe efficiente e puntuale e le registrazioni non sono un obbligo di legge" (Il Fatto dixit), e che in Italia aveva tutto l’interesse a dichiararsi in ogni caso minorenne per evitare i rigori della legge sull’immigrazione?

Se dunque i legali di Silvio Berlusconi dovessero produrre al processo elementi sufficienti anche solo a mettere in dubbio l’età di Ruby, l’impressione è che i guai non saranno tanto per il duo Ghedini-Longo, quanto per la Procura di Milano. Che oltre a doversi far carico dell’onere della prova, dovrà anche spiegare per quale ragione non si sia premurata di verificare il principale presupposto senza il quale l’intero castello accusatorio è destinato a crollare rovinosamente.