Letta abolisce finanziamento partiti e i grillini la prendono male
14 Dicembre 2013
di redazione
"Letta ha approvato un Decreto Legge sul finanziamento pubblico ai partiti che è uguale al testo porcata approvato dalla Camera qualche mese fa", il sempre elegantissimo Luigi di Maio, vicepresidente della Camera (corsivo nostro) di Movimento 5 Stelle, commenta così il decreto avanzato dal Governo Letta sulla eliminazione del finanziamento pubblico ai partiti. "I finanziamenti, così come li conosciamo, se li pappano fino al 2018, poi mutano geneticamente per diventare corsi di formazione ai partiti e soldi per bollette e fitti (sempre con i soldi dei cittadini). A cui si aggiunge il 2 per mille".
Ai pentastellati probabilmente non è piaciuto lo "scherzetto", come scrive il Fatto Quotidiano, tirato da Letta ai grandi pauperisti di M5S, ancora meno quei Tweet, da Letta, ad Alfano, a Quagliariello, in cui premier e ministri avvertivano gli italiani di aver mantenuto la promessa. Sarebbe troppo cercare di spiegare a Di Maio o ai giornalisti del Fatto perché finanziare la politica, almeno in teoria, dovrebbe servire a renderla meno succube delle lobby che tanto li spaventano ma gli italiani sull’argomento si sono espressi con un referendum, niente soldi ai partiti, e la volontà del popolo è sovrana.
Ma c’è un ma. Quel "se li pappano fino al 2018", come dice di Maio, è una semplificazione tipica del grillismo antipolitico. Una volta approvato il decreto, infatti, nei prossimi tre anni assisteremo a una sostanziale riduzione dei finanziamenti, "nel primo, nel secondo e nel terzo esercizio successivi a quello in corso alla data di entrata in vigore della presente legge, il finanziamento è ridotto nella misura, rispettivamente, del 25, del 50 e del 75 per cento dell’importo spettante", si legge nel ddl al comma b dell’articolo 14. Poi il finanziamento come lo conosciamo oggi sarà eliminato del tutto.
Magari Di Maio questa precisazione avrebbe anche potuto anche farla, invece preferisce aizzare il web contro la Casta, web che infatti insorge gridando piove governo ladro, farabutti, assassini della democrazia, fate schifo, vergognatevi eccetera eccetera. Il Fatto, da parte sua, riesce in un capolavoro ancora maggiore: pur ricordando il già citato comma b, parla di "raggiro elucubrato da navigatissimi volponi" e si scandalizza per quella possibilità data ai partiti di poter raccogliere fondi tramite Sms e campagne di raccolta fondi via telefono.
Ci permettiamo di ricordare ai solerti colleghi del Fatto che negli Stati Uniti, durante l’ultima campagna elettorale che ha portato al secondo mandato del Presidente Obama, i democratici hanno sfondato qualsiasi record di raccolta fondi via Sms. Eppure nessuno si è sognato di definire Obama un "pappatore" o "navigatissimo volpone". A meno che ci sia sfuggita qualche dichiarazione di Di Maio o una inchiesta sicuramente aggiornatissima del Fatto.