Letta all’Europa, Giovannini alle parti sociali: “Priorità giovani e Lavoro”
22 Maggio 2013
di redazione
Il ministro del welfare Giovannini incontra le parti sociali e non si discosta da quanto detto oggi da Letta al premier inglese Cameron e agli altri leader europei. Priorità, in Italia e in Europa, è il lavoro. Prima i disoccupati, poi le pensioni, certamente le situazioni di disagio. "Il disagio estremo è molto cresciuto, il Governo ha il dovere di intervenire".
Letta ha anche annunciato un incontro straordinario dei ministri sulla questione giovanile, anche se Giovannini mette in guardia dalla ripresa che alcuni osservatori economici vedono avvicinarsi per l’area euro e si spera anche per l’Italia, tra fine 2013 e 2014. Nei prossimi mesi invece le cose non dovrebbero migliorare tanto. "La ripresa non produrrà più occupazione", dice il ministro smorzando gli ottimismi e ricordando i vincoli di Bruxelles, ma "i prossimi mesi saranno decisivi", se vogliamo cogliere al balzo la ripresa.
Giovannini ha anche detto che l’esecutivo sta analizzando in modo dettagliato dove andare a trovare risorse e fondi ma che puntare a 12 miliardi è dura. Ha lanciato delle idee su cui riflettere: per esempio permettere ai lavoratori anziani di ridurre l’orario di lavoro, diventando "tutor" dei colleghi più giovani, per ridurre la disoccupazione giovanile. Stoppando chi vorrebbe modifiche normative fatte in fretta, "Pensare che la crescita si faccia attraverso modifiche normative è sbagliato. La crescita la fanno le imprese e i lavoratori".
"L’emergenza occupazionale è tale che può aiutarci a superare ogni approccio ideologico, ogni astratta questione di principio. Concordo con il ministro Giovannini che dobbiamo lavorare con velocità e con un obiettivo temporale definito, motivati anche dalla prossimità di grandi eventi come l’Esposizione Universale di Milano che in altri paesi hanno determinato una diffusa mobilitazione di energie istituzionali, economiche e sociali", è il commento del senatore Maurizio Sacconi (Pdl), presidente della Commissione Lavoro.
"Un approccio pragmatico significa anche sperimentare norme semplici purchè certe, e sostenute non solo da un’intelligente vigilanza istituzionale ma anche da forme di controllo sociale. Significa quindi rimuovere complicazioni, adempimenti, incertezze applicative per incoraggiare in una stagione difficilissima, ma nella quale non mancano opportunità, la propensione ad intraprendere, ad ampliare la propria attività, ad assumere".
"Questi criteri," conclude Sacconi, "devono consentire in particolare un uso più agevole dei contratti a termine e dell’apprendistato, per il quale ultimo la semplificazione deve riguardare una regolazione certa della formazione in azienda che si è rivelata molto più efficace di quella esterna. Nondimeno tutte le tipologie contrattuali devono esser sottoposte a verifica sulla base dell’esperienza che soprattutto le imprese di ogni dimensione e merceologia possono rappresentare".