Letta detta la ricetta, stabilità fisco e lavoro. “Siamo Paese virtuoso”
24 Settembre 2013
di redazione
Stabilità, lavoro, fisco. Il premier Enrico Letta parla al Council on Foreign Relations di New York e dice che "Non è facile gestire una grande coalizione, e questo vale anche per altri Paesi europei", un chiaro riferimento al risultato del voto tedesco. Per l’Italia, Letta resta convinto che "tutto dipende dalla stabilità" su cui il Paese potrà fare affidamento. E aggiunge: "Farò del mio meglio per arrivare a soluzioni positive". Il premier sembra comunque ottimista sul futuro dell’Italia, ci sono i presupposti per tornare a crescere, "Siamo tra i Paesi virtuosi in Europa, i grandi partner, tranne la Germania, hanno un deficit maggiore". "Oggi," prosegue, "il livello dei tassi d’interesse è ciò che conta. Se fossimo all’8% sarebbe un disastro, ma se raggiungiamo il 4% o il 3% come spero all’inizio dell’anno prossimo, questo renderà più gestibile il nostro debito". Poi l’anticipazione, la prossima legge di stabilità avrà come cardine "un grande piano per diminuire l’imposizione fiscale sul lavoro" oltre a nuove privatizzazioni. Nel frattempo, i partiti della strana maggioranza litigano sul ddl che abolisce il finanziamento pubblico ai partiti, con la commissione Affari costituzionali della Camera che ha rimandato il testo all’esame dell’Aula. Come pure un asse trasversale che corre da M5S al Pd e a pezzi del Pdl chiede chiarimenti sul caso Telecom e la cessione agli spagnoli. "Le notizie che arrivano sul caso Telecom sono molto preoccupanti", dice il capogruppo Pd Speranza, "perché riguardano asset stragici del nostro paese. Chiedo pertanto che il governo venga al più presto a riferire alla Camera circa il futuro di questa azienda".