Letta: dismissioni per 12 miliardi di euro
22 Novembre 2013
di redazione
Per quanto riguarda il primo passo per la riduzione del debito il governo Letta ha oggi annunciato la dismissione parziale di otto società pubbliche che dovrebbero garantire entrate stimate tra i 10 e i 12 miliardi di euro fra le quali spicca la cessione del 3% dell’Eni (che da sola porterà 2 miliardi) il cui controllo, chiarisce il premier Enrico Letta, rimarrà comunque nelle mani dello Stato. Tra le altre aziende partecipate dello Stato Sace e Grandi Stazioni (fino al 60% della quota), Enav e Fincantieri (40%). Questa mossa non servirà a coprire integralmente il debito, ma almeno a presentarsi di fronte all’Europa in una posizione di maggiore forza che possa garantire la clausola sulla flessibilità degli investimenti bocciata nei giorni scorsi dall’Ue. L’operazione di privatizzazione avrà comunque tempi lunghi. Dura la reazione dei deputati del Pd. Alcuni deputati del Pd hanno infatti dichiarato: "Non si può procedere a svendite delle partecipazioni pubbliche che servano solo a fare cassa immediata, creando un danno per le future generazioni e i conti pubblici dei prossimi anni. Serve un dibattito aperto e approfondito in parlamento".