Letta pronto al Vertice Ue, “Italia con la schiena dritta”
21 Maggio 2013
di redazione
Enrico Letta lo dice forte e chiaro in Senato: l’Italia è di nuovo nel club dell’Europa virtuosa e intende restarci con "la schiena dritta". Il nostro Paese rispetterà gli impegni di bilancio, si muoverà con equilibrio e cautela, ma alla vigila del vertice Ue è pronto a chiedere ai nostri partner di premere sull’acceleratore della crescita, soprattutto se usciremo dalla procedura di infrazione.
"L’Europa accelera o implode. Non sia una gabbia di vincoli", spiega. In cima all’agenda europea del presidente del consiglio, il tema della occupazione giovanile e dei tagli alle tasse sul lavoro, con una lettera da mandare a Van Rompuy per sveltire il processo decisionale. Ci sono i fondi che Francia e Germania hanno promesso di sbloccare sulla materia e c’è la Bce che, secondo Letta, ha operato con prudenza e capacità di innovazione". C’è la questione fiscale, che deve diventare materia condivisa tra i Paesi della Unione. Il premier italiano sa che su questi punti può trovare una sponda in Hollande, che in Francia sta soffrendo per la questione giovanile che gli toglie consensi.
Anche la telefonata fatta a Obama va interpretata in questo senso, il presidente americano si è trovato d’accordo con Letta sulla preminenza da dare ai giovani e al lavoro. Letta da parte sua ricorda che America e Giappone sono tornati a crescere e chiede soprattutto compattezza ai partiti che sostengono la "strana maggioranza". Rientrare nel club dalla porta principale "ci permetterà di avvantaggiarci della nuova interpretazione delle regole del Patto di stabilità e di crescita che concede margini di azione maggiori per alimentare gli investimenti pubblici produttivi e sul capitale umano quando sono collegati a riforme strutturali o a misure che aumentano la crescita potenziale".
Per dire dell’intervista rilasciata domenica scorsa al Corriere della Sera dal ministro degli esteri Emma Bonino, che ha rilanciato l’idea degli Stati Uniti d’Europa, sposata dal premier: "restano il sogno e l’ambizione principale". Dunque l’Italia è pronta a dire la sua in Europa, e non accetterà più di essere "oggetto di scherno e alzate di spalle" da parte degli altri partner europei. "L’Italia è per storia e tradizione nel cuore dell’Europa," il premier non rinucia ai suoi ideali, "Ma l’Europa di oggi non ci basta. Vogliamo molto di più e molto di meglio".