Letta sospende l’IMU, Berlusconi: “nostro successo”
17 Maggio 2013
di redazione
Ci sono due modi di interpretare la sospensione dell’Imu che resterà agli annali come il primo atto concreto del Governo Letta. Uno è quello che vede il moderatismo lettiano, la politica dei piccoli passi, dell’equilibrio dei conti da non tradire cercando soluzioni alternative, uscire vincente e rafforzare l’esecutivo.
L’altro è quello che appartiene al consenso, alle parole d’ordini elettorali, alle promesse mantenute e mancate. Questo secondo modo d’interpretare lo stop all’IMU vede uscire vincente dalle larghe intese chi aveva chiesto di toglierla e restituirla, la tassa più odiata dagli italiani.
Ovvero Silvio Berlusconi. Che va su Facebook e si prende il merito del provvedimento, costringendo Epifani a inseguire con un laconico "Non è merito suo". Negli ultimi tempi abbiamo letto e ascoltato non poche voci levarsi dal mondo liberale, tra chi ancora ha nostalgia del rigore montiano ma anche da quelli che considerano facendo due numeri la sospensione dell’IMU una goccia demagogica nel gran mare della pressione fiscale che tiene alla catena gli italiani. Tutti quelli che no, il Cav. non ci convince più, questa è un’altra delle sue promesse mancate. Be’, andiamoci piano.
E’ vero che Letta per adesso ha sospeso solo la rata di giugno ma promette deduzioni fiscali per le imprese e una nuova politica generale sulla casa: "La riforma alleggerirà il peso sulle famiglie e aiuterà l’edilizia", ha detto il premier, che vuol dire anche stop, speriamo, alla Tares. Per non dire della ministra dell’agricoltura Nunzia De Girolamo che va in tv e annuncia 350 milioni per la sospensione allargata anche alle case rurali.
Come dire, sarebbe veramente da ciechi non accorgersi che alla fine dei giochi, sospensione o restituzione che sia, per adesso l’IMU è un successo del Cav. E 2 miliardi di euro, nonostante le difficoltà e la coperta stretta delle coperture, non sono proprio bruscolini per i cittadini italiani.