Letta, un colpo alla crescita e uno al rigore. “Taglieremo debito”
25 Luglio 2013
di redazione
Il premier Letta cerca un punto di equilibrio, "Accanto alle politiche per la crescita dobbiamo continuare sulla linea del rigore", dice, sapendo che questo "non fa guadagnare consenso, ma il buon padre di famiglia ha il dovere di dire dei no". Insomma, nonostante sia finita la procedura di infrazione europa, bussola del Governo resta il non sforare quel dannato 3 per cento, "condizione per avere più flessibilità". Letta parla al question time in Senato, annuncia misure per tagliare il debito, "valorizzando il patrimonio immobiliare", il sistema delle partecipazioni pubbliche a livello locale e nazionale ("negli ultimi 5 anni il nostro debito pubblico è cresciuto meno di altri paesi europei e questo è positivo"). Privatizzare, ma non come è stato fatto in passato. Il problema, per Letta, è la "fatica strutturale" che fa l’Italia a crescere, e la soluzione si chiama lavoro. Poi l’annuncio del piano "destinazione Italia" da lanciare a settembre per attrarre investimenti. L’Expo, un modello economico che andrà replicato anche in altre occasioni. Il desiderio di "lasciare un segno", così il premier aveva preso commiato poco prima dalla assemblea dei deputati del Pd.