Lettera aperta a Napolitano contro il boicottaggio d’Israele

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Lettera aperta a Napolitano contro il boicottaggio d’Israele

Lettera aperta a Napolitano contro il boicottaggio d’Israele

07 Febbraio 2008

Al Presidente della Repubblica

Signor Presidente,

in occasione del suo discorso d’insediamento il 15 maggio
2007 Ella invitò a costruire una cornice di politica internazionale, condivisa
dagli opposti schieramenti politici, “nel pieno
riconoscimento del diritto dello Stato di Israele a vivere in sicurezza e del
diritto del popolo palestinese a darsi uno Stato indipendente
”.

Come cittadini italiani noi apprezzammo il suo limpido
monito di allora a respingere ogni rigurgito d’antisemitismo, anche quando
l’antisemitismo si mostra mascherato da antisionismo. E’ quanto accade oggi,
con la pretestuosa e violenta polemica volta a boicottare la libera decisione
degli organizzatori della Fiera del Libro di Torino di scegliere Israele come
paese di cui si accoglie e si ascolta la letteratura. E’, ancora una volta, il
tentativo di negare agli ebrei d’Israele il diritto d’essere nazione, di avere
cittadinanza tra i popoli e di portare nel mondo, con la dignità di cittadini,
la lingua e la cultura ebraica. E’ l’antisemitismo mascherato da antisionismo,
che si accanisce contro l’intero popolo israeliano, che vuole tacitarne persino
la voce più profonda e intima, la lingua letteraria, o pretende di condizionarne
l’espressione a umilianti rituali di bilanciamento.

Israele è uno Stato che la 
Repubblica italiana liberamente riconosce e con il quale intrattiene
relazioni d’amicizia e cooperazione. Israele è la patria per la metà della
popolazione ebraica nel mondo. Israele è il paese che ha fatto rinascere
l’ebraico come lingua viva, quando le comunità ebraiche erano annientate in
Europa. Israele è il paese che con le sue vivaci istituzioni culturali preserva
e fa vivere la memoria della millenaria cultura ebraica.  Israele onora e piange le vittime della Shoà
nel memoriale di Yad Vashem, ricorda i Giusti delle nazioni. I cittadini dello
Stato d’Israele che portano in Italia la testimonianza della loro lingua
letteraria, della loro poesia, del loro narrare, siano i benvenuti nel nostro
paese. La loro libertà sul suolo italiano è la nostra libertà e il nostro
onore. 

Agli scrittori israeliani invitati alla Fiera del Libro di
Torino noi tutti dobbiamo riconoscenza per le loro voci d’umanità e saggezza,
per le testimonianze di vita contemporanea che ci trasmettono, per le memorie
che fanno rivivere di famiglie e comunità, per la capacità di restituirci in
ebraico, con la vivida efficacia del racconto e ciascuno nella propria
tonalità, i conflitti interiori, le passioni, le vicende storiche. Siamo loro
grati perchè c’invitano a indagare con coraggio e pietà, con speranza, il fondo
di comune umanità, luce e ombra, che tutti ci lega e ci accomuna. Se la loro
voce fosse impedita sul suolo italiano, se la Repubblica italiana non sapesse
tutelarne la libertà di parola e testimonianza entro i propri confini, se
dovessero essere esposti a episodi di violenza o scherno, sarebbe, crediamo,
una gravissima violazione della libertà nella nostra democrazia, una ferita
aperta, una vergogna per l’immagine dell’Italia all’estero.           

Signor Presidente,

nel pieno rispetto della sua alta autorità istituzionale,
con fiducia nel suo ruolo di garante della Carta Costituzionale, Le chiediamo
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