L’euro scende, l’oro sale e la Germania fa ancora tremare i mercati

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L’euro scende, l’oro sale e la Germania fa ancora tremare i mercati

L’euro scende, l’oro sale e la Germania fa ancora tremare i mercati

20 Maggio 2010

La Germania fa tremare i mercati. A distanza di una settimana dalle parole del numero uno di Deutsche Bank, Josef Ackermann, sull’insolenza della Grecia, Berlino scuote di nuovo gli operatori di Borsa. Questa volta lo fa bloccando le vendite allo scoperto, cioè senza il possesso diretto, sulle principali banche tedesche. E il cancelliere Angela Merkel avverte: “L’euro è in pericolo e se dovesse fallire, fallirebbe l’Europa”. Parole a cui ha fatto seguito una perdita di 144 miliardi di euro nelle piazze continentali. Intanto, per oggi l’avvio è stato positivo. Peserà l’incognita dello sciopero in Grecia.

Dopo un avvio di ottava in lieve ripresa, martedì e mercoledì è stata la volatilità a regnare nelle Borse. I 166 miliardi ceduti venerdì scorso non sono stati raggiunti, ma è stata lo stesso una giornata pesante. A Milano l’indice Ftse/Mib ha perso il 3,45 per cento. Migliore Londra, che con il Ftse 100 cede il 2,81 per cento. Il listino Dax di Francoforte cala del 2,72 per cento, mentre il Cac 40 di Parigi lascia 2,92 punti percentuali. In forte flessione anche Madrid, -2,61 per cento, e Lisbona, -1,92 per cento. Di contro, Atene ha guadagnato lo 0,87 per cento sulla scia della prima tranche di aiuti finanziari. Sul fronte americano Wall Street ha parzialmente contenuto le perdite, contraendosi dello 0,64 per cento con l’indice Dow Jones. Negativi anche Nasdaq, -0,82 per cento, e S&P 500, -0,53. Chiusura in rosso anche per Tokio, dove il Nikkei ha ceduto 1,54 punti percentuali.

I piccoli volumi delle vendite lasciano intendere che siano state indotte prevalentemente dalla paura. Gli investitori istituzionali stanno infatti attendendo la pianificazione concreta di misure volte a ridurre l’esposizione europea sui debiti sovrani. Preoccupa specialmente la mancata coordinazione delle misure introdotte. L’authority finanziaria tedesca, BaFin, ha vietato lo short selling sui principali istituti di credito del Paese. Di fatto, viene quindi limitata l’operatività dei gestori, che utilizzano le strategie short per limitare i danni dalle perdite. Il sentore delle sale operative è che, data la forte esposizione delle banche di Berlino verso i titoli della Grecia, la BaFin abbia voluto giocare d’anticipo. In caso di malversazioni da parte di un istituto, i mercati non potranno svendere i suoi titoli con lo short selling. L’ironia vuole che ciò significa che un investitore sarà costretto a tenersi in portafoglio asset tossici.

I mercati hanno reagito male anche in merito all’Italia. Causa del vistoso calo di Piazza Affari è stata la decisione della Banca d’Italia di esonerare le banche del nostro sistema dal conteggiare in bilancio le perdite legate ai titoli di Stato. In pratica, buona parte del portafoglio degli istituti italiani sarà intoccabile nonostante le eventuali svalutazioni. Gli attori italiani potranno rifinanziarsi attraverso al Banca centrale europea, che continua a emettere denaro, e non avranno gli oneri classici della composizione del patrimonio di vigilanza. Una mossa che ha indotto gli investitori a ritenere che il sistema bancario italiano possa risultare drogato.

La crisi degli Stati si sta anche abbattendo sull’euro. La moneta unica è scesa al minimo storico degli ultimi 4 anni, toccando quota 1,2144 nel cross contro il dollaro. Colpa dell’incertezza riguardo al piano di salvataggio europeo approvato da Ecofin e Bce da circa 750 miliardi di euro. Più che un programma salva-euro, sembra che sia il tentativo di spiegare ai mercati che l’epidemia ellenica è già in corso. Del resto, le piazze mondiali hanno accentuato la loro tendenza negativa contro l’euro anche dopo l’annuncio del maxi piano.

Intanto, l’oro sta vivendo un nuovo momento positivo. I grandi fondi hedge come Moore o Paulson hanno già iniziato a posizionarsi short sull’euro e long sul metallo aureo. Questo significa che le prospettive di declino della divisa europea e ascesa dell’oro sono ancora buone. Soprattutto, secondo molti operatori, il target price dell’oro è fissato a 1.500 dollari per oncia entro i prossimi 3 mesi.

L’instabilità dei mercati europei riflette quella di Bruxelles. A esclusione della Grecia, le criticità sono sistemiche. L’Eurosistema sta risentendo della crisi finanziaria in modo inaudito e manca il coordinamento per decisioni vincolanti e risolutive. L’attuale scenario ci fa capire quanto manchi uno strumento di gestione delle crisi a livello europeo. Limitare l’operatività dei mercati o drogarli omettendo parti di bilancio non fa altro che spostare più in là il problema. Il rischio concreto è che però poi possa essere troppo tardi per intervenire con incisività.