L’Europa deve spegnere le tv jihadiste che istigano all’odio

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L’Europa deve spegnere le tv jihadiste che istigano all’odio

Nonostante la loro vasta campagna propagandistica, Hamas – e due anni fa anche l’Hezbollah – hanno subito delle devastanti sconfitte militari che hanno indebolito la loro capacità di attaccare Israele con dei razzi. Queste organizzazioni terroristiche sostenute dall’Iran, però, stanno dispiegando un’altra arma pericolosa nella loro guerra contro le democrazie occidentali: le emittenti televisive terroristiche.

Grazie ai network satellitari arabi come al-Manar, la tv degli Hezbollah, e al-Aqsa, quella di Hamas, le televisioni possono ancora diffondere il loro odio e l’incitamento all’odio nei salotti europei, radicalizzando gli immigrati musulmani presenti in tutto il Vecchio Continente. Al-Manar, però, non è solamente un mero strumento di propaganda. Fondato nel 1991 dalla guerriglia di Hezbollah, è un’arma operativa nelle mani di una organizzazione terroristica che diffonde la morte.

Subito dopo la lettera firmata nel 2006 dalla maggioranza del Senato americano (tra cui anche Barack Obama e Hillary Clinton), e diretta all’allora presidente George W. Bush, il Dipartimento del Tesoro statunitense ha definito al-Manar un’entità “Specially Designated Global Terrorist”. Questa definizione inseriva, per la prima volta, uno strumento mediatico nella stessa lista di cui fanno parte al Qaeda, Hamas e l’Hezbollah.

Questo riconoscimento mise in evidenza il ruolo di al-Manar come qualcosa di più che una mera emittente tv dai contenuti discutibili. La tv dell’Hezbollah era coinvolta attivamente nel reclutamento e nella raccolta di fondi per il “Partito di Dio” e forniva una sorveglianza per gli attacchi terroristici, prima dell’attacco. Il sottosegretario Usa al Tesoro, Stuart Levey, ha osservato che al-Manar è una “entità mantenuta da un gruppo terroristico”  ed è quindi “colpevole così come quello stesso gruppo terroristico”.

Anche l’Europa ha adottato numerose misure contro al-Manar. Nel 2004 l’Unione europea e i governi di Francia, Spagna e Olanda indicarono che al-Manar aveva violato la normativa europea che proibisce di incitare all’odio in tv. Questa decisione incoraggiò i providers satellitari europei, come Eutelsat, Globecast, Hispasat e New Skies Satellite, a far cessare la trasmissione della stazione televisiva di Hezbollah.

Cinque providers satellitari non europei interruppero le trasmissioni di al-Manar e le corporation multinazionali sospesero i circa 4 milioni di dollari di pubblicità destinate al canale dopo che i loro spot erano già andati in onda sul canale di Hezbollah. Nel dicembre del 2008, due individui residenti negli Stati Uniti furono giudicati colpevoli dal Tribunale del Distretto Sud di New York per aver fornito appoggio materiale agli Hezbollah e per essere stati scoperti mentre trasmettevano al-Manar e vendevano attrezzature satellitari.

Ma l’Arabsat, una tv dell’Arabia Saudita e di proprietà della Lega Araba, così come la Nilesat, di proprietà del governo egiziano, continuano a permettere ad al-Manar di ritrasmettere proclami violenti rivolti alle comunità musulmane che vivono in Europa – grazie ai loro satelliti. Durante la controversia sulle vignette danesi del 2006, per esempio, lo sceicco Nasrallah di Hezbollah incitò gli spettatori di al-Manar a “prendere una posizione decisiva” sull’argomento. Nasrallah affermò che “centinaia di milioni di musulmani sono pronti e disposti a sacrificare le loro vite per difendere l’onore del loro Profeta. E voi siete tra questi”.

Al-Manar è diventata popolare in modo allarmante tra i giovani musulmani di lingua araba in Europa. In un programma televisivo tedesco, alcuni ragazzi musulmani che vivono a Berlino citarono al-Manar come uno dei fattori che influenzava il loro odio contro gli Stati Uniti e gli ebrei. Nel novembre del 2008 la Germania ha messo al bando la tv terrorista perché promuoveva l’uso della violenza. Il divieto di trasmettere ha proibito ad al-Manar di fare business nel paese, ma il suo odio e i richiami alla violenza, in Germania, sono ancora accessibili attraverso Arabsat e Nilesat.

I membri di Hamas – che è stata definita un gruppo terrorista sia dall’Europa che dagli Stati Uniti – hanno seguito l’esempio di al-Manar e nel 2006 impressero il loro marchio jihadista alle frequenze radio e televisive. Oggigiorno, la tv di Hamas – al-Aqsa – dissemina il suo violento messaggio su Arabsat. Anche Eutelsat, l’operatore satellitare leader del settore in Francia e la terza compagnia satellitare più importante al mondo, ha iniziato a trasmettere nuovamente i programmi di al-Aqsa attraverso i suoi satelliti “Atlantic Bird 4” ed “Eurobird 2”, permettendo ad Hamas di incitare all’odio, di reclutare uomini e ottenere fondi in Europa, in Medio Oriente e nel Nord Africa.

Al-Aqsa è conosciuta specialmente per i discorsi-fiume dei leader di Hamas che inneggiano alle bombe-umane, ma anche per i video musicali destinati ai giovani che spingono gli spettatori all’omicidio, e per i programmi per i bambini che glorificano i terroristi suicidi. Dopo aver affrontato le proteste a livello mondiale sull’uso di personaggi tipo Disney nei suoi programmi, i registi dello spettacolo fecero sparire il personaggio di Topolino – spiegando ai bambini che Israele aveva ucciso il celebre roditore – e trovarono nelle api, nei conigli e in altri animali il mezzo con cui propagandare le virtù del jihad.

Legislatori, forze dell’ordine e burocrati dovrebbero essere preoccupati per al-Aqsa, come dovrebbe esserlo ogni genitore europeo. Un evocativo video musicale prodotto da al-Aqsa fa vedere una donna che prepara una bomba in camera da letto. La sua giovane figlia le chiede ingenuamente se le sta portando un giocattolo. La madre esce di casa e si fa esplodere nella sua missione suicida. La bambina commenta: “Invece di portare me, dovevi portare delle bombe nelle tue mani… Solo ora so che cos’era più prezioso di me”. La piccola continua: “Il mio amore per Maometto non sarà più fatto solo di parole. Seguirò le orme di mia madre”.

Un’altra trasmissione fa vedere un gruppo di madri che indossano cinture suicide e fanno appello alle donne e alle ragazze spingendole a farsi saltare in aria. Ai “martiri” viene promesso che “l’Entità Sionista” sarà distrutta.

Al-Aqsa è parte integrante della strategia globale di Hamas nella radicalizzazione dei musulmani, nella sovversione del processo di pace, nel fund-raising per futuri attacchi, e nella disseminazione della propaganda nei territori palestinesi e oltre. Come al-Manar, si tratta di un’arma operativa nelle mani di un’organizzazione terrorista dagli effetti mortali.

Mentre gli attivisti che si battono per la libertà di espressione cercano di sminuire l’azione contro questi sbocchi mediatici del terrorismo, i funzionari europei dovrebbero ricordare le precedenti campagne contro i nemici mediatici del passato. Nel 1999, durante la guerra in Kosovo, gli aerei della Nato bombardarono la sede della Radiotelevisione serba di Belgrado. Nonostante la morte di 16 impiegati, la Nato difese l’azione come un legittimo attacco contro la Serbia che aveva continuato a trasmettere la violenta “chiamata alle armi” di Slobodan Milosevic contro i musulmani del Kosovo.

I paesi europei inoltre hanno perseguito i discorsi che inneggiano all’odio giudicandoli alla stregua di crimini di guerra, per la prima volta durante il Processo di Norimberga contro gli ufficiali nazisti dopo la Seconda Guerra mondiale, e in seguito nei processi della Corte Internazionale in Tanzania nel 2003, quando tre direttori dei media ruandesi vennero condannati per aver gestito una radio e pubblicato un giornale che inneggiavano allo sterminio sistematico dei Tutsi del Ruanda. Sostenendo questa condanna, Reed Brody – il consigliere legale di Human Rights Watch – ebbe a dire: “Se uno soffia sul fuoco, deve affrontare le conseguenze”.

L’Europa può agire contro le tv di Hamas basandosi sulla propria autorità legale nel gestire le trasmissioni televisive. La Francia dovrebbe rafforzare gli avvertimenti lanciati dalla sua authority sugli audiovisivi lo scorso 2 dicembre del 2008, quando ammonì Eutelsat del fatto che la programmazione di al-Aqsa violava la legge francese sulle comunicazioni. La recente decisione di Eutelsat, che ha interrotto la distribuzione di al-Aqsa solamente su uno dei suoi satelliti, non rispetta il richiamo dell’ authority; Eutelsat, dunque, dovrebbe essere considerata responsabile per non aver rispettato lo stop.

Nel suo discorso di insediamento, il presidente Barack Obama ha fatto appello a “un nuovo cammino che sia in grado di farci guardare avanti” nel rapporto con il mondo musulmano. Rivolgendosi ai leader “che cercano di seminare il conflitto oppure di incolpare l’Occidente per le malattie che affliggono le loro società”, Obama ha anche chiesto una difesa più chiara contro coloro che “avanzano le loro cause introducendo il terrore e massacrando innocenti”. Lavorare d’intesa con il Cairo e con Riyadh, per bloccare le trasmissioni satellitari di questi media sostenuti dall’Iran e nelle mani dei terroristi, è la chiave in mano ai leader continentali per affrontare la minaccia della radicalizzazione in Europa. Ma la Francia dovrebbe prima mettere in ordine nei covi mediatici del terrorismo che si trova annidati in casa.

Mark Dubowitz è il direttore esecutivo della Foundation for  Defense of Democracies. Roberta Bonazzi è direttore esecutivo della European Foundation for Democracy. Sono co-direttori della Coalition Against Terrorist Media.

Tratto da “The Wall Street Journal”

Traduzione di Fabrizia B. Maggi