L’Europa non fa differenze sui rifiuti, ma ci sono anche province virtuose

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L’Europa non fa differenze sui rifiuti, ma ci sono anche province virtuose

01 Marzo 2012

Nell’audizione tenutasi al Parlamento europeo presso la Commissione petizioni, presieduta dall’europarlamentare PDL-PPE Erminia Mazzoni, è stato affrontato nuovamente il tema della crisi dei rifiuti in Campania a fronte delle petizioni, sottoscritte da migliaia di cittadini, scaturite dalle osservazioni circa la legittimità del piano di gestione dei rifiuti presentato alla Commissione Europea lo scorso 17 gennaio. In particolare, ciò che i cittadini sostengono è che il piano violi le norme europee sugli obiettivi fissati per il riciclaggio, lo smaltimento dei rifiuti urbani residui senza danneggiare la salute umana e il controllo della filiera della tracciabilità necessario a contrastare il fenomeno dello smaltimento abusivo. Secondo Raimondo Santacroce, coordinatore dell’area di gestione dei rifiuti della Regione Campania, i procedimenti sarebbero invece in linea con la procedura europea. Da parte sua, Karl Falkenberg, responsabile della Direzione Generale Ambiente della Commissione Europea, ha manifestato però alcune preoccupazioni circa la scarsa gestione della differenziata, particolarmente problematica per la provincia di Napoli.

Ma  in sede di audizione è emerso anche un altro dato molto importante: e cioè che, a fronte dei problemi che riguardano l’hinterland napoletano, ci sono gli ottimi risultati in termini di performance che le provincie di Benevento, Avellino e Salerno hanno dimostrato di poter raggiungere. Secondo l’assessore all’Ambiente della provincia di Benevento, Gianluca Aceto, l’ente potrebbe rappresentare un modello per quanto riguarda la raccolta differenziata, dal momento che nel 2011 si é raggiunta la soglia del 55 per cento di differenziazione. Anche l’assessore all’ambiente della provincia di Avellino, Domenico Gambacorta, ha sottolineato i buoni risultati raggiunti in termini di raccolta differenziata (oltre il 50 per cento per il 2010 e il 2011) e ha rassicurato, relativamente a due specifiche petizioni, che la discarica di Ariano Irpino é stata chiusa nel 2007, mentre quella di Savignano ha visto una netta riduzione dei conferimenti da circa 50 mila tonnellate mensili negli anni scorsi a 30 mila nel 2009 e 10 mila nel 2010. Da parte sua, il Consigliere della provincia di Salerno, Giovanni Fortunato, ha presentato la sua provincia come una delle più virtuose in tutta Italia per la raccolta dei rifiuti, visto che nel 2010 é stata raggiunta la soglia del 55 per cento e probabilmente quella del 60 per cento sarà raggiunta nel 2011.

L’esempio di queste province ci dice che, se da un lato le regole comunitarie in materia di rifiuti rappresentano uno stimolo per rafforzare la raccolta differenziata ed aumentare la quota di recupero energetico, dall’altro non si tiene conto delle differenze, in termini di virtuosità, che si registrano nelle diverse aree del territorio campano. Proprio su questa linea è intervenuta la Mazzoni, che al termine dell’audizione ha sottolineato come “il problema centrale riguarda la provincia di Napoli, mentre con Benevento, Avellino e Salerno abbiamo avuto l’evidenza che ci sono dei virtuosismi in Campania”.

Dalla lettura di questi dati occorre, insomma, un’osservazione critica nei confronti dell’attuale amministrazione napoletana che conferma il fallimento, almeno per adesso, dell’operato del sindaco Luigi De Magistris, che in campagna elettorale aveva promesso, in pochi mesi, di portare la città al 70 per cento della raccolta differenziata. Poco dopo l’audizione, il vicesindaco Tommaso Sodano è intervenuto “auspicando quanto prima una diversa pianificazione del ciclo dei rifiuti”. Forse qualcuno della sua giunta – oppure uno dei consulenti ben pagati – dovrebbe ricordargli che ormai governano la città di Napoli da nove mesi e che avrebbero già dovuto mettere mano alla ripianificazione.