L’export italiano potrebbe soffrire ma le Popolari faranno la propria parte

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L’export italiano potrebbe soffrire ma le Popolari faranno la propria parte

13 Ottobre 2011

Le tensioni registrate nelle principali borse internazionali dallo scorso mese di Agosto, unite al rallentamento dell’economia americana e alle difficoltà di alcuni paesi europei, primi fra tutti la Grecia, sull’elevato livello raggiunto dal debito pubblico, hanno determinato un clima di profonda incertezza. Proprio alla luce di questi avvenimenti, lo scorso mese di settembre il Fondo Monetario Internazionale nel suo World Economic Outlook ha rivisto al ribasso le stime di crescita del PIL mondiale.

Ciò potrebbe essere preoccupante per la prospettiva dell’economia italiana, in cui la crescita, sia pure contenuta, del Prodotto Interno Lordo è stata trainata negli ultimi mesi proprio dalla domanda estera, contribuendo per lo 0,4% all’aumento di quasi un punto percentuale del PIL a prezzi costanti registrato nel primo semestre del 2011 dall’Istat.

I dati del commercio estero diffusi dall’istituto di statistica confermano la vivacità delle esportazioni del nostro Paese, che tra gennaio e giugno di quest’anno sono state pari a 190 miliardi di euro. Il flusso delle merci italiane dirette all’estero è, infatti, cresciuto tendenzialmente del 15,8% in valore; un risultato che ha riguardato in misura analoga le tutte le aree territoriali ad eccezione delle isole, dove l’incremento delle esportazioni ha superato il 20%.

Le Banche Popolari, nel sostenere le diverse economie locali che costituiscono la trama portante del tessuto produttivo nazionale, strutturate sulle piccole e medie imprese e sulle famiglie, hanno incentivato con la loro azione sia l’attività di quelle aziende la cui produzione è essenzialmente rivolta al mercato domestico, sia i progetti di quelle imprese che esportano all’estero gran parte dei propri prodotti.

Quest’ultime hanno trovato le opportunità migliori, data la maggiore dinamicità della domanda mondiale rispetto a quella italiana, pur all’interno di una concorrenza estremamente elevata. In questo senso, le Banche Popolari, hanno offerto alle aziende che vogliono raggiungere con i loro prodotti nuovi mercati, le risorse indispensabili per poter essere competitive, con significative ricadute positive per l’economia e per il territorio di origine delle produzioni.

L’attenzione per una realtà, come quella delle imprese esportatrici, fortemente dinamica e in continuo mutamento è confermata dai dati degli impieghi, che a giugno 2011 sono cresciuti sopra la media proprio nei settori di attività e nelle aree che maggiormente hanno contribuito all’incremento delle esportazioni: +7,2% per le aziende di prodotti in metallo nelle regioni del Nord Ovest e +12,7% per le imprese che producono macchinari nel Nord Est.

Ciò si accompagna alla tradizionale politica perseguita dal Credito Popolare in favore delle piccole medie imprese, verso cui il flusso di finanziamenti non è mai venuto meno, anche nei mesi peggiori della recessione economica, permettendo di erogare ogni anno mediamente 40 miliardi di nuovi prestiti a tassi inferiori a quelli delle altre banche e alla media europea.

Se nei prossimi mesi le nostre imprese dovessero risentire di un eventuale rallentamento della domanda mondiale, le Banche Popolari saranno pronte a sostenere le realtà produttive locali, in linea con il loro modo di essere banca dei territori e delle comunità, continuando la loro azione volta a sostenere o ad incentivare le aziende nella loro attività quotidiana.

In questo senso l’esperienza maturata nell’ultimo triennio rappresenta una garanzia per le imprese che operano e producono. Attraverso la capillarità della rete distributiva, la conoscenza diretta degli interlocutori e una concezione dell’attività bancaria che vede nel miglioramento sociale, culturale, economico e collettivo di un territorio la via per una crescita durevole e solida nel tempo, questa garanzia è stata riconosciuta dalla clientela, dalle piccole e medie imprese e dalle famiglie, come conferma il numero di nuovi clienti registrato negli ultimi quattro anni, pari a circa 1,5 milioni.

Tutto questo conferma il forte radicamento territoriale delle Banche Popolari e l’attenta conoscenza delle realtà produttive locali, qualità che sono insite in questi istituti per storia e tradizione e che ancora oggi risultano essere estremamente attuali e utili per agevolare le aziende italiane a restare competitive e rinomate.

* Segretario Generale Associazione Nazionale fra le Banche Popolari