Libano: attacco contro i caschi blu italiani

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Libano: attacco contro i caschi blu italiani

28 Maggio 2011

Sei militari italiani, quattro campani e due pugliesi, della missione Unifil in Libano sono rimasti feriti in seguito a un attacco contro i mezzi dell’Onu. Il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, ha specificato che dei due feriti “uno rischia di perdere un occhio, mentre l’altro ha una lacerazione alla carotide ed è già stato operato”. L’attentato è stato provocato dallo scoppio di una bomba presso Sidone, a circa 40 km a sud di Beirut, che ha fatto saltare in aria il veicolo sul quale viaggiavano i militari italiani. L’ordigno era stato nascosto dietro la barriera di cemento armato sul ciglio della superstrada Sidone-Beirut. Il convoglio era composto da quattro veicoli e la deflagrazione ha colpito l’ultimo e parzialmente in penultimo.

Il vice portavoce di Unifil, Andrea Tenenti, ha dichiarato: “Le indagini sono cominciate e proseguono con la collaborazione delle forze armate libanesi". Il gruppo terrorista Hezbollah, nonostante controlli ogni centimetro del Paese dei cedri, sembra non essere coinvolto nell’attentato. Anzi, ha condannato l’agguato contro la pattuglia impiegata nell’Operazione Leonte. Al momento i principali sospetti cadono su uno dei piccoli gruppi di ispirazione salafita presenti in Libano che potrebbe essere stato ingaggiato dalla Siria. Il regime di Damasco, incapace di silenziare le proteste interne, mira a intimidire la comunità internazionale e a proporsi come l’unico attore in grado di stabilizzare l’area.