Libano, cellula palestinese dietro gli attenti all’Unifil
27 Agosto 2007
di redazione
Dietro gli attentati degli ultimi due mesi contro i caschi
blu dell’Unifil, la forza Onu nel sud del Libano che in giugno ha subito la
perdita di sei soldati del contingente spagnolo, si trova una cellula di
integralisti palestinesi legati ad al Qaeda.
La notizia è stata riferita oggi dal quotidiano panarabo al-Hayat,
che cita “autorevoli fonti della sicurezza libanese”.
Le fonti hanno riportato la confessione Jamal Malas, un
miliziano di Fatah al-Islam: il movimento integralista che l’esercito libanese
combatte dal 20 maggio nel campo profughi palestinese di Nahr al-Bared, nel
nord del Paese. Malas è stato arrestato
lo scorso 8 agosto a Tripoli (91 chilometri a nord di Beirut) e ha confessato
appartenere ad una cellula palestinese creata “con l’obiettivo di alimentare l’
instabilità in Libano”, soprattutto “contro gli abitanti cristiani del sud e
contro l’Unifil”.
Il miliziano ha anche aggiunto che la cellula terrorista era
composta da cinque palestinesi, due dei quali sono già stati fermati dalle
forze di sicurezza: uno iscritto all’American University di Beirut e originario
del campo profughi palestinese di Rashidiyye, nei pressi di Tiro (80 km a sud
di Beirut); l’altro, proveniente dal campo di Ayn al-Hilwe, a Sidone (40 km a
sud della capitale).
La cellula è responsabile dell’attentato del 16 luglio
scorso a Qasimiyya, tra Sidone e Tiro, contro la pattuglia di caschi blu
tanzaniani dell’Unifil; delle esplosioni avvenute nei due villaggi cristiani di
Rum, a pochi km a est di Sidone; e del fallito attacco contro i caschi blu
Unifil sulla spiaggia di Tiro il 6 giugno scorso.