Libano, Hezbollah alza la voce e spera in un nuovo premier filo-siriano
17 Gennaio 2011
Mentre iniziano a circolare le prime indiscrezioni sulle incriminazioni che verranno effettuate dal Tribunale Speciale per il Libano e che indicherebbero il leader supremo iraniano l’Ayatollah Ali Khamenei come mandante dell’omicidio Hariri ed Hezbollah esecutore materiale della strage, il Segretario generale del "Partito di Dio", Hasan Nasrallah, è intervenuto ieri sera per la prima volta dopo le dimissioni degli undici ministri del dimissionario Governo di unità nazionale rendendo pubblica la posizione ufficiale del partito sulla vicenda.
In sostanza vi è stata una conferma sia nel condannare l’attività del Tribunale Speciale che nel denunciare l’atteggiamento tenuto dal Premier Hariri, che a detta di Narsallah avrebbe dapprima protetto i falsi testimoni che accusavano la Siria e in un secondo momento avrebbe cercato di spostare le accuse contro Hezbollah. Dopo avere poi ribadito che l’intera attività del Tribunale sia servita più agli Usa, la Francia e Israele per orientare il consenso nelle elezioni del 2009, il leader islamico ha riconfermato l’accusa rivolta già lo scorso agosto di un coinvolgimento israeliano nell’omicidio Hariri.
Nel corso dell’intervento Nasrallah ha avuto anche modo di fare riferimento ai disordini avvenuti in questi giorni in Tunisia prendendo la vicenda del Presidente Ben Ali come esempio della non riconoscenza dell’Occidente nei riguardi di un suo servitore. Dal punto di vista prettamente politico Hezbollah ha annunciato che l’opposizione non sarà disponibile a votare la fiducia ad Hariri, questione che a questo punto apre, come ha avuto modo di dire lo stesso Nasrallah, una nuova fase.
Nel Libano ci si interroga su quale possa essere il prossimo Premier ammesso che il Presidente Suleiman non decida di riconfermare l’uscente Premier Hariri. Le opzioni in campo e la costituzione libanese però non lasciano molte manovre al Presidente Suleiman nella difficile decisione. Infatti la Costituzione libanese prevede che la Presidenza dello Stato spetti ad un cristiano maronita, il ruolo di Capo di Governo ad un sunnita e l’incarico di Presidente del Parlamento ad uno sciita, ruolo ricoperto attualmente dal leader storico di Amal, Nabih Berri.
Preso atto pertanto dell’ostilità nei confronti di Hariri dei gruppi politici che compongono la coalizione filo siriana denominata “8 Marzo” e di cui fa parte Hezbollah, il Presidente Sleiman si potrebbe veder costretto a individuare una figura più gradita alla Siria nel sostituire il filo saudita Saad Hariri. Attualmente il nome più accreditato a sostituire il Premier Hariri sembrerebbe quello di Najib Mikati, originario di Tripoli, nel Nord del Libano, legato ad ambienti siriani e coofondatore insieme al fratello di un importante compagnia di telecomunicazioni. Nell’aprile del 2005 Najib Mikati ricevette l’incarico dal Presidente Emile Lahoud di formare un nuovo Governo ma ciò non fu possibile e dopo tre mesi si dovette dimettere e al suo posto si insediò il Governo Siniora.
In questa difficile corsa contro il tempo, rappresentata dalle ormai prossime accuse del Tribunale Speciale, la figura del Premier giocherebbe un ruolo decisivo nell’attutire o esasperare le conseguenze delle accuse al Partito di Allah. È evidenti infatti che un Premier gradito alla Siria attenuerebbe sicuramente una condanna politica nei confronti di Hezbollah. Difficile quindi aspettarsi una soluzione in grado di consegnare alla giustizia i colpevoli dell’omicidio Hariri e ancor più ardua la possibilità di aver un Governo che possa garantire la stabilità e la piena sovranità al Libano.
Il rischio che ancora una volta l’accordo, inteso come compromesso, possa prevalere sulla soluzione, termine che a Beirut e dintorni non è molto utilizzato, sembra ripetersi. I mandanti del Premier Hariri, così come quelli del Presidente René Moawad e del Presidente Bashir Gemayel, inghiottiti e straziati dall’esplosivo rispettivamente nel 1989 e nel 1982 resteranno anche questa volta impuniti?