Libano. Partito Hariri: “Via le armi da Beirut ma non quelle contro Israele”
02 Settembre 2010
di redazione
"Continueremo a sostenere lo slogan ‘Beirut libera dalle armi’, ma l’iniziativa non include le armi destinate a contrastare Israele". È quanto spiega Mustafa Alluche, dell’ufficio politico di Mustaqbal, il partito del premier libanese Saad Hariri.
"Liberare Beirut dalle armi dei vari partiti politici richiede il consenso di tutti, poiché disarmare i partiti con la forza è impossibile in Libano – aggiunge l’ex deputato -. Ma quale può essere il ruolo delle armi della resistenza a Beirut, se non quello di terrorizzare i cittadini?". La campagna che il partito del premier ha deciso di portare avanti dopo gli scontri della scorsa settimana nel quartiere Burj Abi Haidar della capitale trova la ferma opposizione di molti alleati di governo, primo tra tutti Hezbollah.
In un comunicato diffuso dal blocco parlamentare ‘Lealtà alla resistenza’, capeggiato dal deputato di Hezbollah Mohammad Raad, si legge: "Lo slogan ‘Beirut libera dalle armi’ non riflette in alcun modo lo spirito di comprensione che il governo libanese ha sempre avuto. Questo slogan non fa altro che incitare alla discordia e al caos tra i libanesi". Dopo la seduta parlamentare di ieri dedicata alle misure di sicurezza da adottare in relazione a episodi come quello di Burj Abi Haidar, il ministro dell’Informazione Tareq Mitri ha invocato in una conferenza stampa il "sostegno" di tutto il governo di unità nazionale, precisando che "sostenere la pace civile è una responsabilità di tutti i partiti politici libanesi".
Gli scontri del 24 agosto, che hanno interessato esponenti del movimento sciita Hezbollah e del gruppo sunnita al-Ahbash, hanno causato la morte di tre persone tra cui un responsabile di Hezbollah. Dopo la sparatoria, le due parti hanno diramato un comunicato congiunto nel quale spiegavano che gli scontri sono stati un caso isolato, privo di moventi politici o religiosi.