Liberi di manifestare, liberi di studiare, liberi di contribuire a costruire un’università migliore

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Liberi di manifestare, liberi di studiare, liberi di contribuire a costruire un’università migliore

25 Ottobre 2008

Per ora sono circa mille firme, raccolte in soli due giorni  e in due facoltà a Firenze. E’ questo il bilancio, ancora provvisorio, dell’iniziativa lanciata de Forza Italia Giovani per rispondere all’offensiva, per lo più mediatica, che da giorni ha lanciato chi si oppone al dl Gelmini. A firmare la petizione sia studenti di destra che di sinistra, un fronte quindi trasversale, che si oppone alle occupazioni ed alla politica degli sprechi che da quarant’anni soffoca le università italiane. Per il momento si tratta però di un’iniziativa spontanea e a carattere locale ma l’obiettivo dicono i vertici dei movimenti studenteschi di centrodestra è quello di puntare ad una campagna nazionale che coinvolga le maggiori università italiane dove sarà possibile firmare la petizione. Un appello rivolto a quella maggioranza silenziosa che più volte è stata citata e richiamata in questi giorni affinché faccia sentire la sua voce contro chi strumentalizza e banalizza il dibattito sulla riforma universitaria. Pubblichiamo qui di seguito il testo dell’appello. Chi vuol aderire può lasciare un commento.

 

Liberi di manifestare, liberi di studiare, liberi di contribuire a costruire un’università migliore

L’università italiana è malata. Egemonizzata da privilegi baronali, minata dal proliferare degli sprechi e da un utilizzo scellerato delle risorse, squalificata da una corsa al ribasso nell’offerta formativa, sempre più lontana dalla vita reale e dal mondo del lavoro.
L’università è malata anche di "iperpoliticità". Non nel senso più alto e nobile dell’impegno politico, ma nel solco di una deriva ideologica che, a partire dal Sessantotto, ha bruciato tante generazioni e causato i guasti con i quali oggi siamo chiamati a confrontarci.
L’università italiana deve cambiare. Noi vogliamo un’università che funzioni; che disponga di adeguate risorse, ma soprattutto che sappia impiegarle razionalmente, evitando gli sperperi e interpretando la propria missione al servizio degli studenti e del futuro del Paese. E’ inutile reclamare risorse e lamentare tagli nei finanziamenti se non si è capaci di spendere bene il denaro di cui si dispone.
Noi rispettiamo coloro che stanno protestando e manifestando il proprio dissenso, quando ciò avviene nell’ambito della legge. Tuttavia, temiamo che le manifestazioni di protesta diventino, nei fatti, manifestazioni di sostegno nei confronti di chi ha interesse a mantenere lo status quo. E ci sembra quantomeno irrazionale manifestare contro provvedimenti che ancora non esistono, e dunque non possono essere conosciuti.
Pretendiamo la stessa dignità e lo stesso rispetto per chi, come noi, giudica indispensabile un’azione riformatrice, valuta positivamente i provvedimenti fin qui adottati dal ministro Gelmini sulla scuola e intende dare un contributo costruttivo.
E pretendiamo dignità e rispetto per chi decide di costruire il proprio futuro continuando a seguire le lezioni e a svolgere regolarmente gli esami. Si tratta di una larga maggioranza silenziosa, e non permetteremo che i suoi diritti vengano calpestati.
Liberi di manifestare, ma liberi anche di studiare e di contribuire a costruire una scuola e un’università migliori.