Libia: affonda barcone, 36 migranti affogano (anche donne e bambini)
11 Maggio 2014
di redazione
36 persone, comprese donne e bambini, sono affogate a poche miglia dalla Libia quando il barcone su cui viaggiavano e’ affondato. Le autorità libiche ne hanno salvati altri 52. Le autorità libiche, o quel che ne resta, hanno prima minacciato di aprire il rubinetto della immigrazione illegale e incontrollata verso l’Europa, poi hanno fatto marcia indietro annunciando di voler tornare a collaborare. Un film già visto ai tempi di Gheddafi. Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha investito le Nazioni Unite della questione che si è aperta nel Mediterraneo: bisogna controllare le coste libiche e contrastare gli scafisti. L’Italia, come sappiamo lo sta già facendo, da sola, con l’operazione Mare Nostrum iniziata durante il Governo Letta. Il ministro Alfano ha recentemente proposto che la sede della agenzia delle frontiere, Frontex, sia spostata dalla lontana Polonia in Italia. Renzi ha aggiunto oggi la richiesta di un inviato speciale onusiano. In Libia nei giorni scorsi e’ stato ucciso il capo della intelligence. Le milizie hanno impedito la nomina del nuovo premier. Gli stranieri in partenza sono un business lucroso. Bisogna rafforzare la missione europea già costituita nel 2013 in Libia, supportarla con maggiori finanziamenti, spostare sul territorio libico la gestione del processo migratorio, sia come sicurezza che come assistenza umanitaria. E’ il primo passo per evitare che la Libia semini caos nell’area. Poi bisognerà costringere le milizie a disarmare, recuperando il ritardo accumulato nel nation building (costituzione, elezioni, ecc.). Infine, spingersi verso i porosi confini interni nel deserto, cercando di risalire alle origini dei flussi illegali di migranti per combattere il traffico di carne umana prima che arrivi sulle coste.