Libri smilzi da alta classifica che tanto piacciono ai cugini francesi
10 Gennaio 2009
Dedita a librini smilzi da alta classifica, nata a Genova ma tornata a insegnare e scrivere in Sardegna dove la sua famiglia e il suo cognome affondano le radici “fin dal paleolitico”, Milena Agus sembra aver trovato la pietra filosofale della vendita facile. I suoi sono volumetti che si scelgono in zona cesarini prima di uscire dalla libreria, magari pescandoli dall’ultimo bancone espositivo prima della cassa. Volumetria ultratascabile, struttura morbida e pieghevole, poche pagine, un esborso tutto sommato indolore di una decina di euro e pochi spiccioli di aggiunta, la copertina nivea e la disinvolta iniziale minuscola delle edizioni nottetempo.
“Mal di pietre” è stato il romanzo del boom, che ha reso celebre il suo nome e ha trascinato fuor di nicchia il marchio librario che la pubblica e che unisce in Ginevra Bompiani e Roberta Einaudi due cognomoni dell’editoria nazionale. Un successo che ha varcato i confini. Anzi, in realtà è stato il contrario. Le decine di migliaia di copie vendute di botto in Francia si sono riverberate anche da noi, creando il caso Agus. “Argento vivo” per il Nouvel Observateur, “Un piccolo bijou di romanzo” per Libération”, “Un diamante venuto dalla Sardegna” per Le Canard enchâiné, “Una rivelazione” per L’Express. E via di violino e quartetto d’archi. Il “Mal de pierres” transalpino, tradotto da Dominique Vittoz per i tipi di Liana Levi, ha aiutato la vendita dei diritti in tutta Europa e non soltanto, visto che i diritti del romanzo sono stati ceduti anche in Corea, in Sud America, in Israele e, unicum anglofono, in Australia e Nuova Zelanda.
Il bis con “Ali di babbo” è venuto da sé. In Germania l’editore Hoffmann&Campe ha rimesso mano al portafoglio, come Siruela in Spagna, Edhasa in Sudamerica, DeGeus in Olanda o Livanis in Grecia. La quarta di copertina e lo strillo promozionale giocano sull’italianità verace e sull’esotismo proprio delle isole che punteggiano il sud del Vecchio continente. “Un luogo incantato in Sardegna. Sulla collina che domina il mare…” flauta la presentazione ai lettori dell’edizione francese (anche in questo caso pubblicata da Liana Levi) di “Ali di babbo”. “Nella luminosa Sardegna…”, scioglie il controcanto l’editore spagnolo Siruela. Mentre i tedeschi di Hoffmann&Campe vellicano il riflesso vacanziero teutonico, triangolando tra il fascino dell’isola mediterranea e l’amore gallico per Madame, come è stata aristocraticamente ribattezzata a Parigi Milena Agus. L’entusiasmo francese per i libri della scrittrice sarda, in attesa di saziarsi con la lettura del suo esordio narrativo “Mentre dorme il pescecane” e del saggio “Perché scrivere” in cui è raccontata in prima persona la genesi della creatività letteraria della Agus (entrambi i volumi sono stati pubblicati da nottetempo e acquistati da Liana Levi), è stato recentissimamente riattizzato dall’uscita di “Mon voisin”, versione de “Il vicino”, racconto originariamente stampato nel contesto della non memorabile serie di inediti allegati al Corriere della Sera nell’iniziativa “Corti di carta”. Sessantaquattro paginette che da qualche settimana gli impazienti lettori transalpini possono sgranocchiare dopo aver corrisposto tre euro. Suppergiù, il prezzo di un aperitivo in brasserie. (G.D.F.)