Life chiude con la carta e passa al web

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Life chiude con la carta e passa al web

28 Marzo 2007

Oh Life! La mitica
rivista americana chiude i battenti dopo aver fatto la storia del
fotogiornalismo. Nata nel ’36 come settimanale, era venuta a mancare già due
volte in passato, nel ’72 e nel 2000, per poi tornare in vita nel ’78, come
mensile, e nel 2004 come allegato a circa cento quotidiani negli Stati Uniti. Questa
volta, però, sembra essere quella definitiva. Il declino dei giornali, la
concorrenza di internet e tv, il calo degli inserzionisti e i costi troppo alti
della carta patinata, della qualità delle immagini e dei fotografi, hanno
convinto la Time spa a sospendere le pubblicazioni. Il patrimonio fotografico di
Life, tuttavia, sopravviverà sul web.
Un archivio di oltre diecimila immagini per lo più inedite, raccolte in
settant’anni di scatti, sarà presto a disposizione dei cultori della rivista e
del suo modo di raccontare il mondo e le sue vicissitudini.

Life era il sogno
di ogni fotografo. Nella stagione d’oro degli anni sessanta, le sette
milioni di copie vendute alla settimana garantivano “disponibilità illimitata
di mezzi e la possibilità di seguire tutte le fasi di un servizio fino all’impaginazione”,
racconta Carlo Bavagnoli, l’unico reporter non americano ad aver lavorato per la
rivista che ha dato spazio a maestri del calibro di Margaret Bourke-White,
Robert Capa e Larry Burrows. “Mettere in piedi Life era come fare uno spettacolo di Broadway”, prosegue
Bavagnoli, grazie all’editore Henry Luce e alle sperimentazioni di pionieri come
“Fritz Goro, che fotografò per primo il cervello umano nel dettaglio, o George
Silk, che mise una macchina fotografica sulla punta degli di un campione di
slalom. O Dimitri Kessel, che passò tre mesi a fotografare i mosaici di
Ravenna”. Una macchina perfetta, ma troppo costosa. “Dal 2004 il mercato è
mutato drasticamente e pubblicare la rivista non ha più senso”, riconoscono
alla Time spa, che continuerà comunque la sua attività editoriale. Quello del
20 aprile sarà dunque il suo ultimo numero, ma chissà se non risorgerà per la
terza volta. Non sarebbe Life. (es)