L’immigrazione non è un problema “alle vongole”

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L’immigrazione non è un problema “alle vongole”

18 Maggio 2015

Nelle situazioni difficili, di crisi, è bene che la classe politica dica onestamente la verità ai cittadini. E la verità sulla nuova ondata di immigrazione  è questa: il problema  non si risolve e non si risolverà se non affrontandolo a livello internazionale. 

L’Europa non basta. Può fare molto, ma non tutto. Per colpa delle sue divisioni interne, certo (si vedano le posizioni assunte da Paesi come l’Ungheria ma anche la Francia, sull’equa distribuzione), ma soprattutto perché siamo davanti a scenari come la Libia o il quadrante mediorientale che sollevano il nostro Paese e la stessa Unione in una dimensione più ampia e globale. 

Ormai il problema non è più solo quello della gestione organizzativa dei flussi bensì quello di intere migrazioni generate dalla instabilità politica di tante parti dal mondo, guerre e persecuzioni religiose che vengono ancora prima della fuga dalla povertà e dalla miseria. Da questo punto di vista, il problema dell’immigrazione si risolve solo mettendo in campo una proposta responsabile e degna di una destra di Governo. 

In passato, i Governi Berlusconi provarono e in certi casi riuscirono a portare avanti una politica estera convincente in materia migratoria, con accordi come quello con la Libia. Già allora era chiaro come queste vicende fossero complicate e l’importanza di aprire tavoli credibili e concreti con i Paesi extraeuropei.  

Adesso il nostro tentativo è di rafforzare una destra governativa capace di incidere a livello internazionale: le decisioni dell’Europa sono destinate ad essere condizionate dalle mosse di Obama piuttosto che da quelle delle Nazioni Unite. E queste mosse vanno stimolate con tutta la forza e la coesione possibile. Stiamo già cercando di farlo, in questa legislatura, con tutti i margini che la nostra partecipazione al governo ci offre. 

Gli sforzi del ministro Alfano di investire l’Europa del problema, evitando che sfugga alle proprie responsabilità, devono però tradursi sempre di più in un impegno di tutto il Governo, del presidente del Consiglio Renzi in prima persona, dei ministri degli esteri e della difesa, verso un maggior coinvolgimento della comunità internazionale.  

La destra governativa che stiamo costruendo non può fare come la sinistra del passato: non possiamo allevare la nostra base e blandire l’opinione pubblica con parole d’ordine di opposizione che diventano intraducibili quando si arriva al governo del Paese. 

I problemi della sinistra di questo ventennio non sono derivati tanto e solo da qualche cespuglio impazzito ma proprio dal fatto che rivolgendosi con certi slogan al proprio elettorato quando si era opposizione non si è riusciti a combinare granché conquistando il potere. Il risultato è stato invece che si è creata una cultura dell’opposizione dentro il governo, rendendolo paralizzato  sotto tanti aspetti (una situazione risolta dai laburisti inglesi e dai Democrats americani molto prima di Renzi). 

La destra italiana deve evitare di seguire una strada sbagliatissima come quella appena descritta. Noi non siamo la sinistra, non vogliamo un’accoglienza indiscriminata, ma nello stesso tempo siamo umanitari, non vogliamo né posiamo sparare sui migranti o ributtare nell’inferno da cui arrivano profughi e asilanti. 

Ecco perché Matteo Salvini dice cose che non sono utili a una destra che abbia l’ambizione di governare e di contendere a Renzi il successo ad un eventuale ballottaggio. Salvini, come Grillo e certa sinistra, educa una destra populista, euroscettica ed eurofobica che non è destinata a diventare maggioranza nel Paese, come hanno dimostrato gli appuntamenti elettorali in Francia e Gran Bretagna. 

La nostra sfida alle prossime Regionali nasce quindi da questo presupposto: aggregare il primo nucleo possibile e da far crescere, nel quale si identifichi una nuova destra di governo. C’è uno spazio vuoto da coprire, una prateria lasciata libera dal deperimento di Forza Italia (l’avevamo previsto uscendo dal Pdl) ed è in questo spazio che va ricostruita l’alternativa di centrodestra ai due Mattei. Anche e soprattutto su temi dirimenti come l’immigrazione e il ruolo dell’Italia nella comunità internazionale.