L’immigrazione per Nuovo Centrodestra: identità, incontro, sicurezza

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

L’immigrazione per Nuovo Centrodestra: identità, incontro, sicurezza

03 Dicembre 2013

Quale futuro per il modello di integrazione italiano? Ecco il tema intorno al quale FabLab, laboratorio di idee per il Nuovo Centrodestra, ha organizzato il panel tematico su immigrazione e identità italiana. A discuterne sono stati chiamati Cesare Cavalleri, Giuliano Cazzola e Andrea Pin che hanno declinato il tema lungo tre direttrici: integrazione, lavoro e politiche legislative.

Reduci dal bombardamento mediatico degli ultimi mesi, gli italiani hanno ben presente il disastro umanitario testimoniato dagli sbarchi a Lampedusa e le immagini delle navi italiane impegnate nell’operazione Mare Nostrum non sembrano del tutto sufficienti a rassicurare gli animi. La tragedia che si sta consumando nel Mediterraneo rappresenta, però, soltanto una parte di un problema più ampio e complesso che investe il nostro Paese, la sua capacità di fare sistema e le politiche che ci legano all’Unione Europea.

Il segretario di Nuovo Centrodestra, Angelino Alfano ha sottolineato con forza l’esigenza di concepire le acque del Mediterraneo come la frontiera d’Europa e non semplicemente di questo o di quel Paese; allo stesso modo, le sue parole hanno rimarcato la necessità di una regia europea che affronti il tema delle politiche di integrazione dei migranti nel mercato del lavoro comunitario. Quest’ultimo già comprende i Paesi neocomunitari e si estenderà gradualmente ai nuovi Paesi UE; e dovrà integrarsi, in un futuro ormai prossimo, in un nuovo mercato internazionale del lavoro nel quale il peso dei Paesi emergenti sarà accresciuto dalla loro disponibilità sia di manodopera che di capitali da investire.

Questo complesso scacchiere coinvolge l’Italia in un gioco multilivello che mette a confronto le politiche nazionali con quelle europee e richiede alle comunità locali di confrontarsi con un fenomeno globale quale sono le migrazioni. A queste problematiche si aggiungono quelle causate dalla crisi economica e dall’aumento dell’età pensionabile che, nel breve periodo, ridurranno la richiesta di lavoratori. Come può rispondere il sistema Paese a questa sfida?

Nei prossimi anni saranno decisivi, ai fini della integrazione, la capacità di assicurare politiche attive del lavoro per il reinserimento dei disoccupati migranti lungo soggiornanti e gli interventi rivolti all’inserimento socio-scolastico e lavorativo delle cosiddette seconde generazioni. Sarà necessario, inoltre, fondare l’integrazione su di un processo circolare basato sulla reciprocità dei comportamenti fra italiani e stranieri, soprattutto nel caso di quei cittadini stranieri che sono neocomunitari e possono partecipare pertanto alla vita politica e amministrativa sulla base delle regole europee. Questo scenario impone di prendere atto del superamento della stagione dei flussi programmati annuali e di farsi carico, seriamente, dei problemi degli immigrati lungo soggiornanti, in un quadro di compatibilità con la situazione complessiva della disoccupazione in Italia.

Bisognerà, infine, affrontare in maniera nuova e innovativa il tema della cittadinanza che, per i minori figli di migranti, non potrà prescindere dal compimento di un ciclo scolastico (scuola media inferiore) nel nostro Paese; e, per gli adulti, dovrà basarsi su regole certe (condizioni e tempi di acquisizione) che tengano in debito conto la capacità di integrazione dello straniero. Proprio il tema della cittadinanza collega la questione dell’immigrazione al dibattito sull’identità italiana: il vecchio centrodestra non ha colto l’occasione offerta dal centocinquantesimo anniversario dell’unità d’Italia per comunicare all’opinione pubblica quale fosse la sua idea di patria; il Nuovo Centrodestra, al contrario, dovrà essere protagonista di un dibattito fondamentale per dare all’Italia una nuova consapevolezza di sé fondata su un’idea di società aperta e plurale ma non per questo multiculturale e sradicata dai suoi costumi tradizionali.

Immigrazione e identità: l’Italia del futuro passa anche dalla composizione di questo binomio e il Nuovo Centrodestra ne è più che mai consapevole.